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Inter e Milan, arrestati i capi ultras per associazione a delinquere: infiltrazioni mafiose in curva
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I reati ipotizzati sono, a vario titolo: associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso; estorsione; lesioni.
La Questura di Milano spiega: "Gli indagati sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras delle due principali squadre milanesi e i reati connessi al giro d'affari legato al contesto calcistico".
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Sono finiti in prigione gli esponenti di spicco della Curva Sud rossonera: i fratelli Lucci (Francesco e Luca), il loro fedelissimo Islam Hagag (il 35enne "Alex Cologno", che ha da poco patteggiato una condanna per un pestaggio fuori dallo Stadio Meazza), il 42enne Alessandro Sticco (detto "Shrek", anch'egli condannato per lo stesso pestaggio) e il 41enne Christian Rosiello, coinvolto nel raid sotto casa del personal trainer dei vip Cristian Iovino, picchiato dopo una lite in una discoteca con Fedez, di cui lo stesso Rosiello è bodyguard.
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Carcere anche per i componenti più in vista della Curva Nord interista: il 39enne Marco Ferdico, suo padre Gianfranco, "Maurino" Mauro Nepi, il 39enne Matteo Norrito e il 54enne Renato Bosetti, detto "Renatone".
Nell'ordinanza del gip di Milano, Domenico Santoro si legge: "Le indagini evidenziano come l'Inter si trovi in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, agevolandoli di fatto seppur obtorto collo, nell'attività di bagarinaggio sui biglietti per trarre ingenti profitti illeciti".
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Tra gli indagati figura anche Manfredi Palmeri, consigliere comunale a Milano in una lista di centrodestra e consigliere regionale della Lombardia eletto con la lista di Letizia Moratti. Manfredi è accusato di corruzione tra privati in una tranche per i suoi rapporti con un imprenditore interessato, come si legge nell'ordinanza del gip, a "garantirsi l'aggiudicazione dell'appalto" per i parcheggi dello stadio Meazza.
Gherardo Zaccagni, "gestore" di parcheggi e finito agli domiciliari per altre imputazioni, diceva: "A Manfredi ho comprato già il quadro, sono 10mila".
La gestione dei ricavi della Curva Nord avrebbe portato alla morte di Totò Bellocco, il 36enne erede dell'omonima famiglia di 'ndrangheta ucciso lo scorso 4 settembre a Cernusco sul Naviglio dall'ex storico capo ultrà nerazzurro Andrea Beretta, detto "Berro" (LEGGI QUI).