Totti, De Rossi, la Roma: rapporto morboso che non serve più
La Roma non c’è più. Ma forse non c’è mai stata. Un miraggio nel deserto. E’ bastata una mediocre ma tignosa Sampdoria a dire quello che già sapevamo. I pareggi in serie? Un tampone su un corpo malato grave. Lo stupro calcistico del Bayern di Guardiola è solo la scena madre che ha illuminato il problema. Senza Benatia, Castan, Maicon e Strootman la Roma è semplicemente un’altra squadra. Pjanic non è mai sceso dal cavallo a dondolo. Giocatore capace solo di bella calligrafia. Disegna bene le aste, ma oltre non va.
E poi i due leader totemici. Totti e De Rossi soffrono di un vizio intrinseco e di uno estrinseco: sono romani e sono logori. Il primo per l’età, il secondo per eccesso di sensibilità. Condizionano se stessi e l’ambiente. Loro e la Roma, un rapporto morboso che, a questo punto, non aiuta più nessuno. In mezzo a questo pasticcio inestricabile, Rudi Garcia, il meno colpevole di tutti. Il suo errore era, fino a poco tempo fa, la sua forza. L’insanabile ottimismo.
Ha creduto fino all’ultimo di avere una squadra competitiva, ma la sua squadra non c’era più. E quelli che c’erano, giocatori dimezzati o sopravvalutati. Su tutti? Pjanic e Ljajic. A Trigoria si respira un’aria tremenda e giovedì sera può franare tutto. Si rischia di arrivare monchi allo stadio. James Pallotta si faccia piantare una tenda permanente a Roma. C’è bisogno di lui.