
Che fine ha fatto? La "statua" Bresciano: dall'esultanza più bella di sempre allla cannabis
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CANGURO CON L'ITALIA NEL SANGUE - Nato appunto in Australia nel 1980, ha forti origini italiane: il padre, Prospero Bresciano, è infatti nativo del Belpaese (Viggiano, in provincia di Potenza) ed è emigrato da giovane nella Terra dei canguri, mentre la madre è croata, precisamente originaria di Antonci, vicino a Parenzo, dove Mark si reca spesso in visita o in vacanza, poiché vi risiedono tuttora i nonni materni. Famiglia poliglotta, pallone nel sangue: tira i primi calci a Rosanna, vicino Melbourne, assieme al fratello minore Robert, anch'egli calciatore. Di passaporto italiano, si impone subito per la capacità di andare in rete con frequenza: centrocampista molto duttile, può giocare sia da mediano che da trequartista, fino a poter svolgere tranquillamente anche il ruolo di mezzapunta.
LA SICILIA E IL 'NEMICO' MILAN - Esordisce nella Victorian Premier League con i Bulleen Lions, all'età di soli quindici anni: dopo aver finito il college e l'università, si afferma nel Carlton, società australiana poi fallita. Nel 1999 l'evento che gli cambia la vita: in Italia l'Empoli si accorge di lui e lo acquista, assieme al connazionale Vincenzo Grella, sempre di origine italiana. In Toscana inizia a farsi apprezzare dall'avvezzo pubblico calcistico empolese, tanto da guadagnarsi la chiamata del Parma, sempre con l'amico e collega Grella. Ma l'esplosione vera e propria avviene nel Palermo di Zamparini: tante le reti importanti, di cui tre al Milan. L'allenatore dei rosanero Ballardini gli da' fiducia, e Bresciano la ripaga a suo modo: gol salvezza e pose da "statua" a gogò, una proprio sotto la Curva Sud di San Siro, sede dei tifosi rossoneri più caldi. L'anno seguente, in scadenza di contratto, passa alla Lazio, dove rimane solamente per una stagione, disputando 20 presenze e segnando un solo gol.
UNA VITA NEI SOCCEROOS - Di pari passo la sua esperienza in nazionale, con i Socceroos, dei quali diventa uno dei leader morali e tecnici: dopo l'esordio nell'Under 20, viene escluso dalla Confedereations Cup 2005 per partecipare allo spareggio salvezza tra Parma e Bologna, prima di diventare una delle colonne portanti della nazionale guidata da Guus Hiddink, fermata solo agli ottavi di finale dall'Italia poi campione del Mondo nei Mondiali di Germania del 2006. Partecipa anche ai Mondiali 2010 e 2014, prima di chiudere la sua esperienza con i Canguri vincendo la Coppa d'Asia 2015, senza però mai scendere in campo, ma aiutando i compagni più giovani grazie all'esperienza e alle conoscenze tecniche.
BRESCIANO OGGI: TRA CANNABIS E CATANIA - Decide, come molti altri calciatori di oggi, di chiudere la carriera tra i petrodollari arabi, prima nella squadra emiratina dell'Al-Nasr, firmando un contratto biennale a 2 milioni di euro all'anno, poi all'Al-Gharafa, squadra qatariota. Nel 2013 è stato sospeso per quattro mesi dalla FIFA per una presunta irregolarità nel suo trasferimento in Qatar: il giocatore ha dovuto anche pagare un'ammenda di un milione e 87mila dollari. Sposato con Renée Capitanio, conosciuta ai tempi dell'asilo, dopo una proposta di legame avvenuta sotto il balcone di Giulietta a Verona, ha due figlie, Alessia e Montana, rispettivamente di 9 e 8 anni. Dopo il ritiro dal calcio giocato diventa imprenditore nel settore immobiliare e nella produzione di farmaci a base di cannabis. Nell'estate del 2022 contribuisce, insieme all'amico e vecchio compagno Vincenzo Grella, alla rifondazione del Catania, convincendo e aiutando l'imprenditore italo-australiano Rosario Pelligra ad investire sulla squadra di calcio etnea ed entrando a far parte del CDA della società rossazzurra come consigliere. Ma da quando Mark non fa più la statua, non è più domenica.
