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Milan: una difesa da record, ma la fase offensiva preoccupa. E i numeri di Giampaolo non confortano
Se il rendimento del reparto difensivo rappresenta il punto di forza del balbettante Milan di Marco Giampaolo, dopo le prime tre giornate di campionato il rompicapo principale continua ad essere la ricerca di una manovra offensiva più ficcante ed efficace. Donnarumma è insieme ad Handanovic il portiere meno battuto della Serie A (2 gol al passivo), ma risulta essere anche quello che ha fronteggiato meno conclusioni verso lo specchio di porta (8): un dato indubbiamente incoraggiante e che conferma la tendenza positiva inaugurata da Gattuso nel gennaio 2019 e che della formazione rossonera quella che concesso meno reti nell'anno solare (17). Ma qui finiscono le belle notizie e iniziano le preoccupazioni in vista di un derby che sarà il primo vero banco di prova di una certa importanza per misurare le ambizioni del gruppo.
L'ATTACCO STENTA - Dopo un precampionato stentato e un inizio di campionato ancora più complicato, contro il Verona Piatek ha interrotto il digiuno del gol, ma resta un enigma tuttora irrisolto come valorizzare al meglio le qualità del centravanti polacco e rendere più fluido e produttivo lo sviluppo del gioco. Da questo punto di vista, non si registrano miglioramenti rispetto all'era Gattuso e ciò che più fa riflettere è il raffronto con i numeri e le statistiche del triennio di Giampaolo alla Sampdoria. Nel passato campionato, l'allenatore abruzzese ha guidato la squadra che ha registrato la percentuale più alta di realizzazione in relazione ai tiri in porta (16,8%) e si è piazzata al quinto posto nella graduatoria dei migliori attacchi (60), grazie però anche all'exploit di Fabio Quagliarella, autore di 26 gol, di cui 9 su calcio di rigore.
I NUMERI DI GIAMPAOLO - Dati in controtendenza col tredicesimo posto per conclusioni effettuate (357) e col rendimento dei blucerchiati nelle due precedenti stagioni. Nel 2017/2018, la Samp è stata la decima miglior squadra per tiri (351), l'ottavo miglior attacco del torneo (56) e la quarta formazione più efficace a livello realizzativo (16%), mentre nel primo anno genovese Giampaolo ha posizionato i suoi al decimo posto per numero di tentativi verso la porta (369), al dodicesimo per gol (49) e al quattordicesimo per realizzazione (13,3%). Cifre dalle quali si evince che le squadre del nuovo allenatore del Milan faticano abbastanza a concretizzare la mole di gioco prodotta e che in questo primissimo scorcio di campionato appaiono ancora più allarmanti. I rossoneri sono sestultimi per tiri effettuati, 24, quartultimi per numero di gol (2) e quartultimo per percentuale di conversione (8,3%) e Piatek, il giocatore che ci ha provato di più (4 volte), è ben lontano dai vari Duvan Zapata, Immobile, Dzeko, Berardi e persino da un centrocampista come l'interista Sensi.
Giampaolo è convinto di poter convertire l'ex Genoa da giocatore “piratesco” e quasi esclusivamente da area di rigore in un attaccante completo e più di manovra, ma affinché il Milan diventi davvero “suo” e più conforme alle proprie idee calcistiche servirà intervenire anche su chi gravita attorno al numero 9. E provare a invertire quella pericolosa tendenza per cui se la difesa continua ad essere la speranza a cui aggrapparsi, l'attacco è la vera nota dolente anche di questa stagione.
L'ATTACCO STENTA - Dopo un precampionato stentato e un inizio di campionato ancora più complicato, contro il Verona Piatek ha interrotto il digiuno del gol, ma resta un enigma tuttora irrisolto come valorizzare al meglio le qualità del centravanti polacco e rendere più fluido e produttivo lo sviluppo del gioco. Da questo punto di vista, non si registrano miglioramenti rispetto all'era Gattuso e ciò che più fa riflettere è il raffronto con i numeri e le statistiche del triennio di Giampaolo alla Sampdoria. Nel passato campionato, l'allenatore abruzzese ha guidato la squadra che ha registrato la percentuale più alta di realizzazione in relazione ai tiri in porta (16,8%) e si è piazzata al quinto posto nella graduatoria dei migliori attacchi (60), grazie però anche all'exploit di Fabio Quagliarella, autore di 26 gol, di cui 9 su calcio di rigore.
I NUMERI DI GIAMPAOLO - Dati in controtendenza col tredicesimo posto per conclusioni effettuate (357) e col rendimento dei blucerchiati nelle due precedenti stagioni. Nel 2017/2018, la Samp è stata la decima miglior squadra per tiri (351), l'ottavo miglior attacco del torneo (56) e la quarta formazione più efficace a livello realizzativo (16%), mentre nel primo anno genovese Giampaolo ha posizionato i suoi al decimo posto per numero di tentativi verso la porta (369), al dodicesimo per gol (49) e al quattordicesimo per realizzazione (13,3%). Cifre dalle quali si evince che le squadre del nuovo allenatore del Milan faticano abbastanza a concretizzare la mole di gioco prodotta e che in questo primissimo scorcio di campionato appaiono ancora più allarmanti. I rossoneri sono sestultimi per tiri effettuati, 24, quartultimi per numero di gol (2) e quartultimo per percentuale di conversione (8,3%) e Piatek, il giocatore che ci ha provato di più (4 volte), è ben lontano dai vari Duvan Zapata, Immobile, Dzeko, Berardi e persino da un centrocampista come l'interista Sensi.
Giampaolo è convinto di poter convertire l'ex Genoa da giocatore “piratesco” e quasi esclusivamente da area di rigore in un attaccante completo e più di manovra, ma affinché il Milan diventi davvero “suo” e più conforme alle proprie idee calcistiche servirà intervenire anche su chi gravita attorno al numero 9. E provare a invertire quella pericolosa tendenza per cui se la difesa continua ad essere la speranza a cui aggrapparsi, l'attacco è la vera nota dolente anche di questa stagione.