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    L'Inter è già ripartita: merito di Vecchi

    L'Inter è già ripartita: merito di Vecchi

    • Giancarlo Padovan

    La vittoria dell’Inter con il Crotone (3-0) conferma quanto si era già visto a Southampton e che solo qualche osservatore (o tifoso) ottuso non riesce a cogliere: l’Inter di Stefano Vecchi è meglio di quella di de Boer. In Inghilterra lo era stata per un’ora. Questa volta per l’intera partita. E’ vero che i gol sono arrivati dal 38’ della ripresa in avanti, ma è altrettanto vero che per ottenerli Vecchi ha cambiato modulo e ha cambiato uomini (e posizioni), ottenendo subito i frutti sperati.

    Detto che l’Inter avrebbe dovuto essere già in vantaggio poco prima del 30’ del primo tempo (il gol di D’Ambrosio, nato da un tiro di Candreva respinto centralmente da Cordaz, era valido), va ricordato che non ha mai corso un pericolo e ha quasi sempre gestito il pallone.

    L’inizio, per la verità, non è stato fluido soprattutto perché le tre punte del Crotone (Palladino, Trotta e Falcinelli) si alternavano in marcatura su Joao Mario e Brozovic, inibendo la fase di impostazione. Essa veniva demandata ai difensori centrali e agli esterni. Ovvio che calasse la qualità e che anche la precisione nei passaggi ne risentisse non poco.

    Icardi, per esempio, non ha toccato palla almeno fino a metà del primo tempo e l’unico modo per insidiare la porta di Cordaz sono stati i tiri da fuori (Brozovic al 39’). Male anche i cross, soprattutto da destra, nonostante l’incessante corsa di Candreva. Altra osservazione, sempre relativa al primo tempo: molto giro palla, ma lento e poche idee negli ultimi venti o trenta metri.


    Di gran lunga migliore la ripresa. Sia per una maggiore aggressività, sia per una più esplicita velocità. Tuttavia il gol non sarebbe forse arrivato se Vecchi non avesse avvicendato Banega con Eder. Banega non ha fatto male, anzi. Però non è un attaccante e l’Inter aveva bisogno di una punta vera che affiancasse Icardi. L’Inter è così cresciuta e si è resa più pericolosa, ma la svolta è avvenuta poco dopo. Cioé quando è uscito Candreva per Jovetic. Il montenegrino si è messo in mezzo, mentre Perisic è stato dirottato a destra. Il gol dell’1-0 non è, però, disceso solo da questo. Icardi, bravissimo nella circostanza e per tutto quello che ne è seguito, ha aperto da sinistra proprio per la sgroppata di Perisic che ha potuto correre incontrastato fino a dentro l’area, quando ha scelto un tiro ad incrociare sul movimento del portiere.

    Una volta sbloccato il risultato, l’Inter ha colpito altre due volte e sempre con Icardi. Prima con un rigore procurato dallo stesso attaccante argentino. Poi con una girata di destro, potente e precisa, su servizio, sempre da destra, di Eder.

    Ora sarebbe facile semplificare scrivendo che il Crotone è pur sempre l’ultimo in classifica. Il Palermo, per esempio, ha un punto in più, eppure alla seconda giornata (a guidarlo c’era ancora Ballardini) arrivò a San Siro a spaventare l’Inter di de Boer che riuscì a raggranellare solo un misero pareggio. Di più: il Crotone veniva dalla prima vittoria in serie A sul Chievo (domenica scorsa) e dal pareggio, nel turno precedente, in casa della Fiorentina. E’, insomma, una squadra viva che avrebbe potuto mettere in croce un avversario distratto dalle voci sul nuovo allenatore, stanco e scarico dopo la sconfitta di Southampton.

    Il merito di Vecchi, oltre che tattico, è psicologico. E’ riuscito a farsi seguire dai giocatori, ha dato ordine e logica alle scelte e ai cambi, ha riportato serenità e compostezza in un ambiente collassato dal punto di vista tecnico ed emotivo. Da martedì al comando dell’Inter arriverà Stefano Pioli, una scelta opportuna dopo un conclave troppo lungo e con troppi cardinali. 


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