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    Chiesa, dal pullman viola alla Juve che cambia: l'America porta ancora dubbi

    Chiesa, dal pullman viola alla Juve che cambia: l'America porta ancora dubbi

    • Federico Targetti
    Non si può dire che gli Stati Uniti, per Federico Chiesa, significhino tranquillità. Almeno sotto il punto di vista professionale e calcistico, dato che negli ultimi 4 anni il figlio d'arte c'è stato due volte ed in entrambe le occasioni si è trattato di estati piuttosto tormentate. Nella notte di domani, la Juventus affronterà il Barcellona nella prima amichevole della tournée americana, e c'è grande curiosità per capire quale e quanto spazio Massimiliano Allegri riserverà al suo numero 7. 

    JUVE-BARCELLONA: LE MOSSE DI ALLEGRI E L'INCROCIO CON KESSIE'

    QUANDO ERA VIOLA - Quattro anni fa esatti, nell'estate del 2019, Chiesa era a Manhattan con la Fiorentina appena acquistata da Rocco Commisso, che ha voluto portare l'allora allenatore Montella e i suoi ragazzi in America per affrontare squadre come Benfica e Arsenal e lanciare le nuove maglie con un evento sul fiume Hudson. Nella sua prima conferenza stampa, il tycoon aveva assicurato che Chiesa non sarebbe stato il suo Baggio e che non sarebbe andato alla Juventus: promessa mantenuta, almeno per quell'anno, ma il trasferimento si sarebbe fatto appena una stagione dopo. Ma torniamo a quel giorno del luglio del 2019 e riviviamolo. Chiesa, prima della presentazione delle maglie, viene trattenuto sul pullman di squadra dal direttore generale Barone e dal Club Manager Antognoni e dal direttore dell'area tecnica Dainelli: i quattro rimangono 20 minuti sul mezzo di trasporto e intrattengono una discussione in certi momenti anche accesa, di fatto vietando al calciatore di lasciare Firenze in quella sessione estiva. Una volta sceso dal pullman, Chiesa aveva un'espressione corrucciata. La stessa che, per motivi diversi, non sarebbe strano vedergli dipinta in volto oggi. 

    I DUBBI DELLA JUVE - Nella scorsa stagione, Chiesa è rientrato dal lunghissimo infortunio patito a gennaio 2022 a stagione in corso, saltando la tournée americana (annullata l'anno prima per via degli strascichi del Covid) e offrendo sprazzi di grande valore, ma non riuscendo a ritagliarsi un ruolo da titolare fisso nel 3-5-2 adottato strada facendo, un modulo che non esalta appieno le sue caratteristiche. Da qui nascono i dubbi della nuova dirigenza che sul mercato fa capo a Cristiano Giuntoli. Che non chiude del tutto a una cessione proprio di Chiesa e di Vlahovic: "Per noi sono incedibili, ma se arrivano offerte irrinunciabili ci pensiamo perché dobbiamo mettere a posto i conti. Quanto? Non parlo di cifre, dipende anche da quando e se arrivano queste offerte". 

    LE PAROLE DI GIUNTOLI NELLA SUA PRIMA CONFERENZA STAMPA

    ARRIVANO? - Per il momento no, l'unica proposta concreta è arrivata dall'Aston Villa il mese scorso e Chiesa l'ha rifiutata. 60 milioni più bonus la cifra che i bianconeri valuterebbero, qualcosa di ampiamente alla portata di squadre come il Liverpool o il Newcastle, i Reds già sulle tracce del ragazzo fin dai tempi della Fiorentina nonostante il gran rifiuto per giocare a Torino. Una scelta che in questi giorni, ancora una volta negli Stati Uniti, può essere clamorosamente rivalutata. 

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