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    Flick, ovvero puntare al Triplete con un vice in panchina. A proposito di Pirlo...

    Flick, ovvero puntare al Triplete con un vice in panchina. A proposito di Pirlo...

    • Gianluca Minchiotti
    Prima il successo in Bundesliga, poi la conquista della Coppa di Germania. E ora un 8-2 al Barcellona nei quarti di Champions League, con l’obiettivo a questo punto di arrivare fino alla fine, per centrare un Triplete che avrebbe del clamoroso. Già, perché Hans-Dieter Flick un anno fa di questi tempi sedeva sì sulla panchina del Bayern Monaco, ma solo come vice di Nico Kovac, per poi diventare il capo allenatore dei bavaresi il 3 novembre, dopo l’esonero del croato. Da quel momento per il Bayern c’è stato un crescendo, sia dal punto di vista della qualità del gioco che delle vittorie, tanto che già ad aprile il contratto di Flick è stato prolungato fino al 2023

    LA CARRIERA - Nato ad Heidelberg il 24 febbraio del 1965, il 55enne Flick ha avuto una discreta carriera da centrocampista, vincendo quattro volte la Bundesliga fra il 1985 e il 1990 con il Bayern, ma senza mai coronare il sogno di arrivare a vestire la maglia della nazionale. Il percorso da allenatore Flick l’ha iniziato nel 1996, come tecnico e giocatore del Viktoria Bammental, nella Oberliga del Baden-Württemberg. Dal 2000 al 2005 è stato alla guida dell'Hoffenheim, per poi lavorare fra il 2006 e il 2014 all’interno della staff tecnico della nazionale tedesca. 

    LA LEZIONE - Commentando Barcellona-Bayern 2-8, Roberto Beccantini ha scritto: “Il Bayern di Flick: e non di Guardiola. Di un carro attrezzi precettato d’urgenza. C’è sempre da imparare”. Un carro attrezzi precettato d’urgenza. Viene in mente Andrea Pirlo, anche se nel caso della Juve, pensando alle differenti qualità di Pirlo e di Flick da giocatori, si tratta di un carro attrezzi di quelli di lusso. Al di là di questo, ci sembra che la lezione da imparare sia una e una soltanto: a prescindere dal fatto che in panchina ci sia Guardiola, Flick o Pirlo, la differenza poi alla fine la fa chi va in campo. E guardando oggi alle rose di Juve e Bayern ad esempio, se facciamo eccezione per Ronaldo, Dybala e De Ligt, esistono delle differenze di qualità abissali, soprattutto fra i terzini (li avete visti Kimmich e Davies?) e a centrocampo.

    Viva Flick quindi, ma viva anche la capacità di fare mercato della dirigenza del Bayern. Juve, c'è sempre da imparare. 

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