Blindatelo, bloccatelo, fermatelo. Fatelo firmare. Stefano Pioli ha confermato in sette giorni di essere allenatore da Chievo. Nello stile, nelle scelte di campo, nel rispetto di una filosofia che da tempo regala certezze alla società di Luca Campedelli. Ora: il suo contratto va in scadenza il prossimo 30 giugno. Si sa da tempo. In casa veronese funziona così: si lavora sull'immediato, evitando di creare legami pluriennali che potrebbero risultare controproducenti per le parti. Di fatto: si lavora sulla fiducia, sulla credibilità, sugli stimoli. Il periodo di 'prova' dura un anno, e un altro anno, e un altro ancora.

Stesso discorso vale per chi, come Pioli, ha scelto di sposare la causa gialloblù. Chievo diventa vetrina che, se sfruttata bene, può permettere di veder crescere il proprio status di allenatore rampante. Pioli ha fatto bene. E adesso si comincia a parlare di lui anche fuori dalle mura di Verona. L'allenatore emiliano sarebbe entrato nelle grazie di club di blasone. Si è parlato di Samp, Genoa, Fiorentina. Anche di Palermo. Voci, nessuna conferma. E allora, se davvero è lui l'uomo giusto per il Chievo, è meglio fargli rinnovare subito.

L'anno scorso Di Carlo e il Chievo avevano aspettato troppo a lungo per mettere mano alla penna. L'allenatore aveva regalato una salvezza incredibile il primo anno, confermandosi l'anno successivo. Forse il prolungamento doveva essere fatto prima. E invece si è inserita la Samp. E i tentennamenti delle parti hanno regalato un futuro blucerchiato all'allenatore ciociaro. La storia potrebbe ripetersi con Pioli. Ma dipende molto dal Chievo. Meglio una firma di primavera allora piuttosto che arrivare con il fiato corto a giugno. Se Pioli è il futuro, meglio bloccarlo nel presente. Non domani. Oggi.