
Ce l'ho con... Sarri, ora basta! Sulle partite sotto Natale smentisce se stesso
Eppure, subito dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell'Atalanta, l'allenatore del Napoli si è espresso in questi termini sulla recente serie di impegni affrontati dalla sua squadra: "Difficoltà nel giocare a Natale? Sinceramente non trovo difficoltà a preparare le partite, è chiaro che è un momento a rischio. E' un momento a rischio perchè i giocatori vivono con persone in festa, loro invece devono giocare ogni tre giorni. Devi lavorare con cattiveria e ti distraggono atrocemente le persone attorno in te in festa". Un'inversione a U così brusca che non può lasciare indifferenti e che suscita in maniera quasi automatica un interrogativo: a che gioco sta giocando Sarri? Il tentativo di distogliere l'attenzione dal caso fisiologico accusato dai suoi giocatori, dovuto a una turnazione al minimo sindacale e un mercato non in linea con le ambizioni dell'ambiente, accompagnato da una strategia comunicativa che lascia quanto meno perplessi e che offusca i meriti delle avversarie.
Tutto potrà dire Sarri, meno che in questi anni non si sia riconosciuto il giusto valore al suo lavoro, al cambio di filosofia che il suo Napoli sta provando ad imprimere al calcio italiano. Ma, senza che nessuno si offenda, così come è normale esaltare la bellezza del calcio proposto dal suo Napoli, è altrettanto legittimo sollevare critiche quando non arrivano i risultati. Proporre il bello non ti esenta dall'essere giudicato come tutti gli altri. Sarri sostiene che si giochi troppo e che giocando troppo si rischi di farlo male? Può darsi, è probabilissimo. Ma le regole del gioco sono queste ed erano chiare fin dall'inizio: se all'allenatore del Napoli non piacciono, è pur sempre libero di non farne più parte.