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Cagliari, favola Melchiorri: la malattia, Baggio, Mancini e i rumors sull'Inter
L'SMS E L'ABBRACCIO - Nelle probabili formazioni della vigilia era previsto il tandem titolare composto da Sau e Borriello. Rastelli opta invece per la soluzione Melchiorri: "Federico mi ha mandato un messaggio alle undici e mezza di mattina dicendomi che sarebbe partito dal primo minuto - racconta Matteo Rossetti, agente del ragazzo a calciomercato.com -. Ovviamente era molto carico, ma lui ha sempre lo stesso approccio e non lo cambia se l'avversario si chiama Inter. Sicuramente Rastelli sapeva che de Boer avrebbe schierato una formazione offensiva, con quattro giocatori in attacco e aveva bisogno di uno con le sue caratteristiche per fare male in contropiede". Così è stato, Melchiorri si è rivelato un vero incubo per la difesa nerazzurra, segnando il gol dell'1-1 e propiziando anche la rete della vittoria: "Non lo dico perchè è un mio assistito, ma anche il secondo gol è suo. Lui ha visto uno spazio e ha tirato in porta, trovando impreparato Handanovic. A fine partita ci siamo abbracciati, non riuscivamo quasi a parlare per l'emozione di quanto successo".
GLI APPREZZAMENTI DI MANCINI E L'IDOLO BAGGIO - Due anni fa Melchiorri ha trascinato a suon di gol il Pescara fino alla finale play-off persa contro il Bologna. La stagione della definitiva consacrazione tanto che si era parlato anche di un interesse dell'Inter: "Ma guardi, non abbiamo mai avuto contatti con loro. E' vero, c'era questa voce ma vi spiego perchè. L'allora tecnico Mancini è marchigiano come Federico e osserva sempre con molta attenzione e piacere il calcio locale e i talenti nati nella regione. So che aveva apprezzato i suoi gol con il Pescara e lo aveva anche segnalato ma non è mai stato un vero e proprio obiettivo. Idoli? Ne ha avuti tanti, considera che noi ci conosciamo dai tempi della scuola. Lui ama il calcio in tutte le sue sfumature, è sempre stato un grande estimatore di Baggio e Del Piero, oltre che di Ibrahimovic".
LA MALATTIA, L'UNIVERSITA', IL CAGLIARI - Forse sarebbe diventato un ottimo docente di economia, oppure avrebbe lavorato nel campo della finanza o del marketing.Il destino di Federico Melchiorri per colpa di quella malattia (cavernoma) congenita che gli attorcigliava i vasi sanguigni del cranio, gli stata giocando un brutto scherzo. Quel mese di aprile del 2009, in vista dell'intervento chirurgico, aveva gettato al vento tutti i sogni e le speranze di una carriera appena sbocciata sui terreni di serie A col Siena, a 19 anni: "Non ha mai smesso di giocare a pallone, con me non ha mai parlato di ritiro. Forse l'avrà fatto con il mio socio, Simone Settembri. Dopo la malattia è tornato a studiare, a fare l'Università. Nel mentre si allenava con una squadra di seconda categoria. Poi è arrivato il Tolentino e la sua Maceratese, che voleva assolutamente riportare tra i professionisti. Una volta gli presentammo l'offerta del Pisa che era in Lega Pro e lui ci disse che voleva tornare alla grande altrimenti preferiva divertirsi e divertire la gente di Macerata".Melchiorri è uno che non si arrende mai, che è caduto e si è rialzato due volte: "Dopo la rottura del crociato ad aprile, Federico ha dato nuovamente un segnale di quanto sia forte. Si è rimesso in grande forma, già in estate era sempre presente in ritiro. Il Cagliari lo ha premiato con il rinnovo e adesso si gode le sue prestazioni. Doppia cifra ed Europa? Vuole fare bene, a prescindere dai gol. Il Cagliari vuole salvarsi il prima possibile, poi si divertiranno perchè la squadra è forte".