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    Berardi, Milik, Pjaca e Florenzi: nuova moda di sottostimare gli infortuni

    Berardi, Milik, Pjaca e Florenzi: nuova moda di sottostimare gli infortuni

    • Alessandro Di Gioia
    Domenico Berardi, Arek Milik, Marko Pjaca e Alesandro Florenzi: cos'hanno in comune i nomi appena citati? Non solo il fatto di essersi infortunati negli ultimi tempi, chi in maniera più grave, chi in maniera meno grave. Ciò che li ha posizionati sulla stessa barca, una zattera che metaforicamente galleggia nell'Oceano aperto, è la gestione della comunicazione relativa agli infortuni, operata dalle diverse società di appartenenza: Sassuolo, Napoli, Juventus e Roma.

    Una gestione certamente non idilliaca, almeno per quanto si è visto finora: per Berardi e Pjaca si è verificata una sottovalutazione, voluta o mediatica, del problema fisico, che, come stanno confermando i tempi di degenza, era molto più grave di quello che si voleva far credere. Incredibile in particolare la situazione dell'attaccante calabrese del Sassuolo: da un mese ormai si attende il suo rientro come la manna dal cielo, rientro che ogni volta viene puntualmente posticipato, di settimana in settimana. Ormai sembra si arriverà a dopo la sosta di novembre, prima di rivederlo in campo. Ma non doveva stare fuori solo due settimane? Perchè non essere chiari sin da subito? Persino noi, che non siamo sicuramente medici, ci siamo accorti immediatamente della gravità dell'infortunio, dal movimento innaturale della gamba e dalla reazione di Berardi. E' stato proprio il suo tecnico a lanciare l'allarme, due giorni fa: persino Di Francesco non sa quando potrà rientrare. E i tifosi non sono certamente contenti.

    Medesima la situazione che si è verificata con Pjaca: che si sia fatto male con la Juve o nella nazionale croata poco importa. Fattostà che la sua assenza non corrisponde alle tempistiche dell'infortunio comunicato dai bianconeri: non è che l'infrazione al perone comunicata dai medici e dalla stampa croata sia la mera e pura verità? Dire che un infortunio è meno grave o non è accaduto non accorcia i tempi di recupero.

    Chiudiamo questa disamina con i casi Milik e Florenzi, per i quali il discorso è un po' differente: entrambi vittime della rottura del crociato, hanno avuto la diagnosi il giorno seguente all'infortunio (stendiamo un velo pietoso sul medico della Roma, che ieri sera aveva garantito con certezza che non ci fosse rottura). Perché affrettare subito i tempi di recupero, a parole, prima di verificare il discorso clinico? Il medico del Napoli ha parlato di 99 giorni per Milik, la Roma conta di recuperare Florenzi in 90. Sicuri di voler forzare così le tempistche per due infoeruni così gravi? Ah, la vecchia medicina di una volta, quando l'importante era la salute dei giocatori...

    @AleDigio89

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