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    Lecce: l’infaticabile Gendrey, l’asse Gallo-Dorgu e lampi di Berisha firmati mister Gotti

    Lecce: l’infaticabile Gendrey, l’asse Gallo-Dorgu e lampi di Berisha firmati mister Gotti

    • Stefano Gennari
    Il Lecce chiude il campionato con un risultato positivo sul campo del Napoli dove ottiene un pareggio a reti bianche che aggiunge un clean sheet che mancava da quattro giornate. Dopo gli ultimi ko, evidentemente frutto del fisiologico calo di concentrazione in seguito alla conquista della salvezza aritmetica, la squadra di Gotti riesce a fermare gli azzurri che giocavano per maggiori motivazioni.

    Il tecnico giallorosso propone un modulo diverso, nonostante entrambe le punte a disposizione, che prevede Berisha sulla trequarti dietro a Krstovic con Almqvist e Dorgu ad agire sulle rispettive fasce. Dopo la prima da titolare in Serie A contro l’Atalanta, il centrocampista proveniente dalla Primavera campione d’Italia, viene schierato come giocatore di raccordo con l’attacco e l’intuizione sembra funzionare: infatti, il giovane albanese classe 2003, si muove bene negli spazi e fornisce passaggi puliti e di prima per imbeccare i compagni con estrema lucidità. Ad aiutarlo sicuramente la mente libera di tutta la squadra che non deve più rincorrere obiettivi e si può concedere anche qualche finezza che si può concedere ad un ragazzo della sua età. Con un centrocampo muscolare composto da due mediani, quali Blin e Ramadani, può essere complementare un trequartista delle sue qualità per imbeccare l’attaccante o gli esterni offensivi. Senso della posizione, intelligenza e lucidità sono un buon punto di partenza e la prossima stagione potrebbe essere già un importante banco di prova, soprattutto se dovesse restare Gotti in panchina. Infatti, il tecnico giallorosso, essendo subentrato a stagione in corso, si è dovuto adattare alla rosa preparata per il predecessore D’Aversa che prediligeva il 4-3-3, ma che è stato accantonato in favore del 4-4-2 o 4-2-3-1 dove si sono alternati diversi interpreti nel ruolo di trequartista.

    Tornando alla gara, il copione ha visto un Napoli dominatore nel gioco e nelle occasioni ma è stato fronteggiato soprattutto da un encomiabile Gendrey che, seppur abbia diminuito gli spunti offensivi, è ormai affidabilissimo in fase difensiva dove, soprattutto nella giornata odierna, ha eroicamente limitato Kvaratskhelia. Se da una parte ha funzionato la fase difensiva, invece dall’altra sono arrivati gli spunti offensivi che, dall’arrivo di Gotti, non sono una novità: infatti, il tandem composto da Gallo e Dorgu è diventato una costante da cui sono scaturite le maggiori occasioni offensive. Queste non sono mancate anche contro la squadra partenopea che ha dovuto fare i conti con le loro accelerazioni fondamentali per il piano gara dei giallorossi, il quale prevedeva proprio veloci ripartenze con gli spunti di Dorgu e le instancabili sovrapposizioni di Gallo. Nonostante i zero tiri in porta, bisogna dire che i giallorossi hanno avuto occasioni, anche potenziali ma non sfruttate che avrebbero potuto mettere il punto esclamativo sulla stagione.

    Occasioni che non sono state sfruttate da Piccoli, il quale ne ha avute due, ma i tentativi sono partiti dal suo piede debole, altrimenti avrebbe potuto lasciare il segno dopo essere subentrato a Krstovic, il che avrebbe confermato il suo marchio di fabbrica con reti decisive dalla panchina. Tuttavia, il Lecce può chiudere la stagione con gli ultimi novanta minuti, i quali hanno dimostrato nuovamente l’ottimo lavoro svolto che ha portato alla salvezza fornendo le basi per essere raggiunta con continuità.  
     

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