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Walter Sabatini: "Nico Lopez non si spogliava con gli altri, Radonjic trovato a dormire sulle panchine"
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"Totti stava bene e faceva la differenza, poi un centrocampo irripetibile: Strootman, De Rossi, Nainggolan, Pjanic e Keita. Che giocatore Seydou: un capo tribù, ti guardava con lo sguardo del capo e nessuno osava contraddirlo. E in campo era cattivo, non sbagliava mai una scelta".
"Quando Nainggolan arrivava al campo sopra le righe? Lo mandavo a prendere fuori dal recinto, poi doccia e caffè. Avevo un addetto solo per questo, dedicato a lui e Maicon. Quante bugie mi ha detto Radja, a me e a se stesso. Ma è un bravissimo ragazzo, anche se smidollato. Giocatore impareggiabile, i suoi tackle scivolati hanno fatto la scuola del calcio".
"Alisson è ancora incazzato con me, non ha mai capito. All’inizio l’ho protetto, doveva migliorare nei posizionamenti e nella lettura delle partite. E poi i portieri brasiliani qui li abbiamo sempre bruciati tutti. Gli preferivo Szczesny per questo e lui non lo accettava. Su Salah vi voglio dire invece una cosa. A volte non ho preso un giocatore perché dopo averci cenato capivo che era un cretino. Con Salah è stato tutto l’opposto. Andai a Londra 3-4 volte, lo incontravo dopo le 19 per il Ramadan, quando poteva bere. E mi sono trovato davanti un uomo vero, pieno di valori, pronto al sacrificio".
"Prendere Dzeko è stata dura soprattutto per Martina, che è un suo amico di famiglia. Ci siamo visti a Trieste, in 7-8 ore di macchina l’ho intossicato con le sigarette. Fuma anche Silvano, ma un conto è una sigaretta e un altro morire in una nube tossica. Dzeko è il falso nove per eccellenza: un po’ dieci e un po’ nove".
"Nico Lopez invece lo tenevo nascosto in albergo. Era un ratto al Nacional. Grande giocatore, esordì con un gol su pallonetto al Catania. Ma la personalità in campo si scontrava con l’uomo. Nico aveva un problema, non si spogliava con gli altri. Mai saputo perché, nonostante gli agguati che gli facevo per capire. Psiche indecifrabile, come Radonjic. Un fenomeno vero, ma sconclusionato. A 16 anni già devastato nella testa: beveva, faceva tardi, aveva la camera a Trigoria ma a volte lo hanno trovato a dormire fuori, sulla panchina".
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Sabatini parassita