Vivo x lei, Jacobelli: se Zio Paperone comprasse il Milan
Sono assalito da un pensiero notturno, un ricordo lontano. Se la memoria non mi inganna (purtroppo è passato molto tempo), quando 30 anni or sono Berlusconi comprò il Milan, fu pubblicato un articolo giornalistico intitolato: "Zio Paperone ha comprato il Milan". Era un'evidente presa in giro per la comparsa dirompente sulla scena calcistica di un "homo novus" pieno di ambizione. E ricordo anche come, da milanista giovane e orgoglioso, rimasi stizzito da tanta ironia. "Ma come" pensavo "una volta che noi rossoneri troviamo uno, non solo pronto, ma anche in grado di cacciare soldi, ci sbeffeggiate. Cos'è invidia?". Ah beata ingenuità della giovinezza! In realtà l'introduzione appena fatta ha poco a che fare con l'hardcore del mio pensiero notturno. Quello a cui sto pensando è la saga a puntate sulla vendita del Milan.
La Wanda, mister Bee, la cordata dei libanesi, il messicano Slim (che essendo proprio di origini libanesi, è forse il capo di quel pool di imprenditori), di nuovo mister Bee, poi c'è la Wanda che non si arrende (e ti pareva...) e ancora mister Bee.
Chiariamo, non intendo prendere in giro i giornalisti che lavorano, raccolgono notizie e le pubblicano. So che la loro professione è costantemente esposta al rischio di smentite e se si dovesse attendere l'ufficialità non ci sarebbero le anteprime e gli scoop. Con ogni probabilità uno dei suddetti aspiranti acquirenti, comprerà il Milan. Forse proprio il tailandese mister Bee, perché no?
Chiarito questo, non credo ci sia nulla di male se dico che tutta questa storia mi ricorda la Bella Maria, quella che tutto vogliono, ma nessuno se la piglia. Eh sì, perché, a dispetto di valutazioni economiche rigorose, come quelle del Sole 24 Ore, si continua a parlare di imprenditori che da tutto il mondo fanno a gara per pagare quote di minoranza del Milan a prezzi spropositati. Però io di contratti e dindini non ne ho ancora visti e tutte queste notizie di offerte e rilanci mi lasciano perplesso.
Va bene, certe operazioni non si fanno in 5 minuti, ma tutto mi fa pensare alla saga di "Guerre Stellari", con i titoli iniziali in 3D che vanno dal basso rimpicciolendo man mano che salgono; "Anno stellare xxx, l'impero ha sottomesso i pianeti della confederazione, ma un pugno di valorosi non si arrende".
Così quando mister Bee sta per firmare, c'è un ritorno della Wanda. Bei titoli sarebbero: "Mister Bee colpisce ancora" o proprio: "Il ritorno delle Wanda".
E a questo punto, perché non pensare al titolo di 30 anni fa ovvero che il signor Paperon de Paperoni ha comprato il Milan? Di solito non caccia mai una lira, perché è un gran tirchio, ma fra un tuffo e l'altro nei soldi del suo deposito, potrebbe aver trovato la voglia di pagare qualcosa per la Bella Maria.
Chiariamo, non intendo prendere in giro i giornalisti che lavorano, raccolgono notizie e le pubblicano. So che la loro professione è costantemente esposta al rischio di smentite e se si dovesse attendere l'ufficialità non ci sarebbero le anteprime e gli scoop. Con ogni probabilità uno dei suddetti aspiranti acquirenti, comprerà il Milan. Forse proprio il tailandese mister Bee, perché no?
Chiarito questo, non credo ci sia nulla di male se dico che tutta questa storia mi ricorda la Bella Maria, quella che tutto vogliono, ma nessuno se la piglia. Eh sì, perché, a dispetto di valutazioni economiche rigorose, come quelle del Sole 24 Ore, si continua a parlare di imprenditori che da tutto il mondo fanno a gara per pagare quote di minoranza del Milan a prezzi spropositati. Però io di contratti e dindini non ne ho ancora visti e tutte queste notizie di offerte e rilanci mi lasciano perplesso.
Va bene, certe operazioni non si fanno in 5 minuti, ma tutto mi fa pensare alla saga di "Guerre Stellari", con i titoli iniziali in 3D che vanno dal basso rimpicciolendo man mano che salgono; "Anno stellare xxx, l'impero ha sottomesso i pianeti della confederazione, ma un pugno di valorosi non si arrende".
Così quando mister Bee sta per firmare, c'è un ritorno della Wanda. Bei titoli sarebbero: "Mister Bee colpisce ancora" o proprio: "Il ritorno delle Wanda".
E a questo punto, perché non pensare al titolo di 30 anni fa ovvero che il signor Paperon de Paperoni ha comprato il Milan? Di solito non caccia mai una lira, perché è un gran tirchio, ma fra un tuffo e l'altro nei soldi del suo deposito, potrebbe aver trovato la voglia di pagare qualcosa per la Bella Maria.
Zardoronz, da Vivo x lei
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Caro Zardoronz,
ricordo perfettamente anch'io quel titolo da lei citato. Succedeva 29 anni fa e, certamente, Zio Paperone non avrebbe condiviso la munificenza di Berlusconi che per il Milan non badò a spese, soprattutto nel suo primo settennato.
Quei 28 trofei, nazionali e inernazionali, allineati nella splendida, nuova sede rossonera, dimostrano come gli enormi sforzi finanziari sostenuti dall'allora Signor Fininvest, siano stati ripagati dalle imprese di una squadra consegnata alla storia del calcio mondiale.
Maluguratamente, ventinove anni dopo i tempi sono cambiati. E sono cambiati anche i conti e gli obiettivi societari, ridimensionati da una serie di errori di gestione commessi nell'ultimo triennio. Il che non significa che il Milan non possa uscire da questa stagnazione. L'importante è avere le idee chiare e parlare chiaro con i tifosi: stabilire chi comandi fra Barbara e Galliani; decidere una volta per tutte quale Milan volere, giovane e italiano come l'ex premier ha recentemente affermato o che altro; non cambiare più tre allenatori in un anno tenendo sempre il prescelto sulla graticola; cercare e trovare un partner senza avere la pretesa che inietti centinaia di milioni di liquidità, ma non comandi. Fosse anche Zio Paperone che, Paperino lo sa bene, è aduso comandare.
x.j.
APRI ORA IL TUO BLOG IN VIVO X LEI, GLI INTERVENTI PIU' INTERESSANTI SARANNO DISCUSSI DAL DIRETTORE XAVIER JACOBELLI
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Caro Zardoronz,
ricordo perfettamente anch'io quel titolo da lei citato. Succedeva 29 anni fa e, certamente, Zio Paperone non avrebbe condiviso la munificenza di Berlusconi che per il Milan non badò a spese, soprattutto nel suo primo settennato.
Quei 28 trofei, nazionali e inernazionali, allineati nella splendida, nuova sede rossonera, dimostrano come gli enormi sforzi finanziari sostenuti dall'allora Signor Fininvest, siano stati ripagati dalle imprese di una squadra consegnata alla storia del calcio mondiale.
Maluguratamente, ventinove anni dopo i tempi sono cambiati. E sono cambiati anche i conti e gli obiettivi societari, ridimensionati da una serie di errori di gestione commessi nell'ultimo triennio. Il che non significa che il Milan non possa uscire da questa stagnazione. L'importante è avere le idee chiare e parlare chiaro con i tifosi: stabilire chi comandi fra Barbara e Galliani; decidere una volta per tutte quale Milan volere, giovane e italiano come l'ex premier ha recentemente affermato o che altro; non cambiare più tre allenatori in un anno tenendo sempre il prescelto sulla graticola; cercare e trovare un partner senza avere la pretesa che inietti centinaia di milioni di liquidità, ma non comandi. Fosse anche Zio Paperone che, Paperino lo sa bene, è aduso comandare.
x.j.
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