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    Vivo X Lei, Borioni risponde: tutti i dubbi sulla Juventus

    Vivo X Lei, Borioni risponde: tutti i dubbi sulla Juventus


    di LFK - Mi presento, con i miei dubbi

    Mi presento. Sono Luca Fadda, alias LFK, e per lavoro non lavoro. O meglio, faccio qualcosa che di fronte alle facce stupite dei miei interlocutori non lo è. Scrivo. Ho scritto alcuni romanzi e racconti, ma ormai scrivo solo per gli altri. Quello fa un ghost writer, scrive a nome di altre persone. Bene.
    La mia fede calcistica è legata alla Torres, squadra di Sassari militante nelle retrovie del calcio professionistico, e alla Juventus fin dalla tenera età. Sono stato un fan di Platini e di Del Piero. Nella provincia di Cagliari, dove vivo, questa è una doppia colpa. Torresino e juventino, il peggio che possa esistere in Sardegna. Ma ci sono e sono fiero di essere il peggio.
    Passiamo a noi, ai dubbi che nutro sulla Juventus di quest'anno. Il mercato non è stato all'altezza dei primi colpi, con l'arrivo di Khedira e Dybala, e sono tra quelli che a Zaza avrebbe preferito Berardi. Su quest'ultimo nutro qualche dubbio però: ha scelto di farsi ancora le ossa, non è pronto per il grande palcoscenico, e mi fa venire i dubbi che lo sarà mai. Una scelta matura comunque, ma discutibile.
    Non è però il mercato che mi ha lasciato perplesso. Vedo la Juve a scatti, su streaming con una connessione a volte da bestemmia, e questo mi ha fatto credere, per le prime partite, che il problema della Juve fosse proprio quello, ovvero vederla a scatti. E invece no. Vista registrata, a velocità normale, la Juventus va comunque a scatti. Ho giocato a pallone, qualche apparizione in Promozione quando ancora ero minorenne, poi ho abbandonato il calcio. Ma pur in quei campionati i nostri allenatori ci dicevano una cosa: più tieni la palla e più dai tempo agli avversari di prenderti le misure. Questo nella Juventus mi sembra non venga più specificato. Vedo tutti giocare il pallone con tre, quattro tocchi. Non sanno dove andare con quell'ingombro tra i piedi e come soluzione spesso c'è il retropassaggio, lo scaricabarile al compagno del reparto dietro. Questo non va nella Juve. Mancano triangolazioni veloci, tocchi di prima, lo "stoppa e passa" che hanno insegnato a noi sconosciuti del pallone. Manca la velocità, ma non significa che bisogna correre più veloci. Un'altra cosa che ci hanno insegnato è quella di far correre il pallone, non correre noi dietro al pallone. Quello deve muoversi velocemente, più di noi. 
    Ecco, Platini lo faceva, e in tempi recenti Pirlo. Non correvano più di tanto, ma quell'oggetto sferico sfrecciava più veloce della reazione dei difensori e, a volte, dei portieri. Il "tocca e vai" nella Juve di quest'anno non c'è. Colpa di Allegri? Non saprei, ha i giocatori per farlo, eppure non lo fa. Sembra quasi che non ci si alleni per le triangolazioni fatte a memoria. Con il Napoli in campionato la differenza abissale tra le due squadre era questa: loro facevano il "tocca e vai", noi no. Noi dormivamo son il pallone tra i piedi rendendo difficoltosa la scelta del passaggio. Perché mentre noi teniamo il pallone gli avversari già pensano a come fermarci. E lo fanno. Palloni persi, questo è il nostro problema. 
    Sono pochi i giocatori che pensano velocemente quest'anno, quasi ad aver paura di sbagliare. Ricordo che Pirlo, nell'ultimo anno, ha regalato goal e azioni da goal agli avversari proprio per il fatto di rischiare passaggi rapidi. Certo, a volte si è addormentato sul pallone, ma per lo più lui rischiava. E i compagni sapeva che lui avrebbe rischiato. Quest'anno no. Pogba compreso, nessuno a parte Khedira rischia il colpo veloce, si fanno troppi problemi. Allegri ha contestato a Dybala, nella partita di Supercoppa, di aver rischiato un colpo di tacco in zona pericolosa. Ma Dybala è quello, come lo sarebbe Pogba con il coraggio dell'anno scorso. Come lo sarebbe, per assurdo, anche Hernanes, tanto bistrattato. 
    Alla Juve manca il coraggio, ora come ora, di tentare la giocata. Pochi la provano e se non riesce rischiano la panchina. Ecco, questo vedo nella Juve attuale: libertà dagli schemi rigidi, l'eccezione che confermi la regola. Manca allenamento tattico e un po' di spensieratezza giovanile. Eppure siamo una squadra giovanissima. Speriamo che in futuro i giocatori si sentano più liberi di esprimersi, perché così si rischia di buttare una bella squadra di giovani promettenti. 
    E un'ultima cosa: Chiellini è un gladiatore, è rude, è un perfetto stopper vecchia maniera. Ma Rugani ha bisogno di giocare e dimostrare il suo valore. Lo vogliamo in campo.
    Buona giornata a tutti, juventini e non. Perché il calcio è tifo, ma il tifo non deve essere una malattia.
    Ah, sull'immagine scelta: i dati dicono qualcosa che ha un senso, ma le statistiche non dicono tutto.


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    Luca Borioni risponde:



    Benvenuto a LFK e complimenti per le sue scelte coraggiose e consapevoli. Tenga duro... 
    Ammetto che mi fa piacere cogliere il senso della sua analisi sui problemi riscontrati dalla Juventus in questa prima parte della stagione, perché coincide con le osservazioni che io stesso ho fatto nell'ultima versione della rubrica "Odio il mercato". Lei ha parlato dell'insicurezza che emerge in troppi momenti nei giocatori bianconeri e che di fatto blocca la manovra, quasi la azzera. Sono d'accordo, io ho ho detto che la Juve di Allegri ha paura. È la caratteristica più evidente di questa squadra. In partita c'è sempre un tocco in più. E spesso quel tocco in più coincide con l'attimo fuggente, con il varco che si è appena chiuso, con l'assist mancato o con un'occasione sprecata.
    Questo semplicemente perché in troppi hanno paura di sbagliare. E si ha paura di sbagliare quando non si è sufficientemente sereni o consci del proprio valore. In altre parole, se Zaza sbaglia un passaggio e i fischi arrivano in automatico, sarà ancora più a rischio al passaggio successivo. Se a Pogba non riesce la giocata, la cercherà con maggiore insistenza aumentando il margine di errore. Se Dybala vaga tra campo e panchina, punterà tutto sui minuti a disposizione cercando di strafare. E rischiando di sbagliare. Se infine Rugani avrà finalmente una chance per giocare, lo farà con il compito non detto ma sottinteso, di non poter sbagliare nulla.
    La psicologia nel calcio conta abbastanza da trasformare una squadra dotata di un buon potenziale in una squadra vincente. 
    Ci sono stati evidenti errori nella gestione del mercato estivo e ci sono state uscite infelici, comportamenti non irreprensibili, insomma ci sono state premesse che hanno portato a questa situazione di incertezza accentuata dal dato concreto di una squadra meno esperta che in passato, meno forte sul piano della personalità. La squadra in partita, come dice LFK, va avanti a scatti. Chi possiede il telecomando faccia qualcosa per rendere il segnale fluido e stabile...


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