Violamania:| Senza programmazione
C'era una volta quella Fiorentina che era una società modello, che amava programmare per tempo, consentendo al proprio direttore sportivo di agire tempestivamente sul mercato, e che aveva un allenatore che, pur essendo aziendalista, sapeva coniugare il proprio lavoro sul campo ad un ottimo spirito manageriale, con la gestione delle forze a propria disposizione, anche fuori dal rettangolo di gioco. Quella Fiorentina oggi non c'è più. A poche ore dal raduno della rosa viola, prima della partenza per il ritiro di Cortina d'Ampezzo, sono così tanti gli interrogativi che serve veramente tanto spirito di immaginazione, ed una scorta di ottimismo alla Tonino Guerra, per sognare un futuro positivo, almeno a breve-medio termine. Le ultime parole rimaste sospese nell'aria legate al progetto Fiorentina sono quelle dell'autoproclamatosi patron viola Andrea Della Valle; a riascoltarle ad un mese di distanza sembrano cozzare con la cruda realtà.
Tralasciando il patto con la città di Firenze (al momento 'fantasma', e assolutamente non richiesto) e la sua tifoseria, e l'aver fissato come obiettivo per la prossima stagione una collocazione fra il quarto e l'ottavo posto - che significa tutto e niente, perché se va bene entri in Europa League, ma se va male centri il terzo campionato anonimo consecutivo -, la speranza rimane legata alla dichiarazione del minore dei fratelli Della Valle, il quale ha promesso che per ogni campione partito ne arriverà uno di uguale caratura tecnica. A mio avviso grave è stato l'errore di lasciar partire gli svincolati Santana e Donadel, ma ancora più grave è stato il danno economico avuto con l'operazione D'Agostino. Ma è la partenza di Mutu che dovrebbe quantomeno portare, a questo punto, ad acquistare ora un pezzo pregiato, magari in una zona di campo diversa, come il centrocampo. Solo che troppo spesso dirigenti ed allenatore viola hanno parlato troppo e male, non facendo seguire alle parole fatti concreti. Inutile ricordare le promesse di due-tre rinforzi 'significativi' annunciati dall'attuale patron viola lo scorso gennaio.
Accolgo con piacere il 'silenzio lavorativo' di Corvino. Il d.s. recentemente ha ricordato troppo spesso il passato, e commesso errori che ancora recano danni al mondo Fiorentina: vedi 'i 100 mila euro di differenza sul rinnovo di Montolivo', tanto per fare un esempio. Me lo raccontano in difficoltà a Milano, in attesa dei 'saldi' d'agosto. Un peccato che la società lo abbia quasi abbandonato al proprio destino perché, in particolare con la scelta di confermare Sinisa Mihajlovic - sempre troppo aziendalista e anche lui 'chiacchierone' in fatto di promesse e frasi fatte - occorreva affidare fin da subito al tecnico serbo una rosa quanto più simile a quella che vedremo il prossimo 31 agosto. Il mercato è lungo, mi aspetto come tutti sorprese positive, oltre alle attuali incognite Nastasic e Romulo. Tutti però conosciamo bene quanto siano fondamentali le prime settimane di ritiro. Come un gruppo capisca molto di sé e crei le basi per la stagione futura dalle prime corse in montagna, determinanti per formare l'humus dello spogliatoio. Guidolin stesso ha dichiarato recentemente che l'Udinese dei miracoli nacque proprio nel primo giorno di lavoro estivo, un anno fa
Temo invece che quello che sta per iniziare a Cortina d'Ampezzo sarà un ritiro inutile, in cui si dovrà giustificare, da parte dei dirigenti viola, l'eventuale nervosismo di chi, pazientemente, ha evitato ad oggi contestazioni o fischi che sarebbero più che giustificati. A proposito: questa del 2011 si avvia ad essere l'estate del record degli striscioni appesi fuori dal ‘Franchi’. Anche questo è un segnale del mancato dialogo fra tifoseria e società. Buon lavoro in questo senso al neo addetto stampa Gianfranco Teotino. Qui non è il Vietnam, ma se posso dargli dei consigli, gli dico: indossi il caschetto, sappia imporsi con chi in società vorrà travalicarlo e soprattutto sia sempre e chiaro e sincero con i suoi interlocutori. Ha scelto una 'mission' quasi 'impossible': dare una seria comunicazione a chi ha fatto di tutto per non averla in questi ultimi anni. Mi auguro davvero che sappia fare un buon lavoro, perché la Fiorentina è, nel campo in cui è stato assunto, da zona retrocessione. Sta al trio Della Valle-Corvino-Mihajlovic sovvertire le regole del calcio, che vorrebbero la programmazione come elemento fondamentale, ed evitare di far finire in quella zona di classifica anche la squadra che scenderà in campo l'anno prossimo.