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    Violamania: meglio brutti con tre punti che bellini con zero. Una Fiorentina ‘iachiniana’ finalmente bada al sodo

    Violamania: meglio brutti con tre punti che bellini con zero. Una Fiorentina ‘iachiniana’ finalmente bada al sodo

    • Filippo Caroli
    Mai come stavolta sarebbe stato interessante essere una mosca pe rintrufolarsi negli spogliatoi della Fiorentina e ascoltare quello che Vincenzo Italiano ha detto ai suoi ragazzi alla fine della sfida vinta per 1 a 0 contro il Bologna. Da sempre fautore di un calcio fortemente offensivo e identitario, Italiano ha visto per una delle prime volte una squadra quanto più lontana possibile dalla sua idea di calcio e di predominio del gioco. Dopo 20 minuti di buona qualità, la Fiorentina ha quasi totalmente abbandonato il pallino del gioco al Bologna, che ha controllato il match fino al triplice fischio senza, tuttavia, riuscire a trovare il colpo del ko. 39% a 61%, quella vista coi felsinei è la seconda peggior percentuale di possesso palla per i viola nella gestione italiano con Biraghi e soci scesi in campo in una sorta di versione ‘iachiniana’.
     
    CUORE – Dove non è arrivato il gioco, sono arrivati, finalmente, il cuore e la grinta. E una Viola spesso abituata a specchiarsi risultando a volte anche leziosa, si è rimboccata le maniche, turata il naso e buttata nel fango per trovare l’unico risultato che avrebbe fatto respirare la piazza in un momento difficilissimo in termini di risultati. Insomma, si è vista una Fiorentina che bada più al sodo che alla sostanza e che ha trovato un piano B quando le cose non vanno per il verso giusto. L’hanno risolta la qualità eccelsa di Bonaventura e il sangue glaciale di Nico Gonzalez, ma se ha mostrato qualche colpa nelle scorse settimane, stavolta l’ha vinta Italiano.
     

    CAMBIARE PELLE – L’ha vinta perché probabilmente sarà anche un tecnico poco flessibile, ma certamente Vincenzo Italiano non è uno sprovveduto. Ben conscio del momento difficile che la squadra sta vivendo (probabilmente anche in flessione per quanto riguarda la condizione fisica), l’ex Spezia ha scientemente deciso di abbassare il baricentro, accorciare le maglie e mandare la squadra in trincea. Nel finale, la squadra ha chiuso anche con la difesa a tre, un qualche cosa di impensabile fino a qualche settimana fa. La Fiorentina, insomma, ha scelto la sostanza piuttosto che la forma. E pazienza se non è piaciuta a qualcuno: è fondamentale avere un’identità, ma il calcio sarà sempre figlio dei risultati. E meglio essere brutti con tre punti che graziosi con zero
     

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