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  • Violamania: fenomeni di Genova o bidoni di Vienna? Italiano, facci vedere Beltran

    Violamania: fenomeni di Genova o bidoni di Vienna? Italiano, facci vedere Beltran

    • Filippo Caroli
    Sembra quasi incredibile che una squadra possa offrire due prestazioni così terribilmente diverse sul piano tattico, tecnico e dell’intensità, a soli cinque giorni di distanza. Peraltro, cambiando un solo elemento all’interno dell’undici titolare. E invece è ciò che è successo esattamente alla Fiorentina. Una gara sontuosa, intensa e in controllo per 90 minuti a Genova, una prova scialba, spenta ed estremamente poco brillante a Vienna nell’andata dei playoff di Conference League. Una sola differenza nelle formazioni titolari, con Dodò che ha rilevato Kayode rispetto all’esordio in campionato. Un dettaglio sicuramente ininfluente nel tentare di spiegare il netto calo fra una partita e l’altra.

    STANCHI – Proprio come per il match di marassi, diventa quindi riduttivo concentrarsi sulle prestazioni (bruttine) dei singoli. A mancare è stata la prova di squadra. E dopo un sabato da sogno in cui la Fiorentina andava sul velluto, per tanti è stata una doccia gelata ritrovare la Viola incompiuta della scorsa stagione: quella che tiene il pallone ma fa una fatica tremenda nel produrre (e concretizzare) occasioni da rete. Se poi ci aggiungiamo ingenuità come quella di Mandragora il risultato non può che essere l’1 a 0 maturato ieri all’Allianz Stadion. Non mancano gli alibi, per carità, gli austriaci sono apparsi in possesso di una condizione atletica nettamente superiore alla Fiorentina, forti anche di diverse partite ufficiali giocate in questa prima parte di stagione. In ogni caso, giovedì prossimo servirà ben altra prova se la Fiorentina vuole fare il suo ingresso nei gironi.

    LAMPI DI BELTRAN – Ha avuto a disposizione una manciata di minuti, ma per quel poco che si è visto ci sentiamo di dar ragione a Vincenzo Italiano che nella conferenza della vigilia era stato chiaro su Lucas Beltran: “Vuole spaccare il mondo”. In dieci minuti l’ex River è riuscito a creare più pericoli rispetto a quando non abbia fatto un imballatissimo Nzola nei restati ottanta. Segnali che confermano un talento certamente da sgrezzare ma dirompente e, soprattutto, utile per questa Fiorentina. Un consiglio spassionato ad Italiano: faccia entrare con calma Nzola in una condizione fisica ottimale, e nel frattempo dia un po’ di spazio a questo ragazzo, che ha il fuoco dentro.  
     

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