Calciomercato.com

  • Getty Images
    Una Lazio irriconoscibile e dominata: una sconfitta che brucia, il ritorno sarà una montagna da scalare

    Una Lazio irriconoscibile e dominata: una sconfitta che brucia, il ritorno sarà una montagna da scalare

    • Renzo Parodi
    Nello stadio che nel 2000 vide l’Italia ad un passo dalla vittoria dell’Europeo sulla Francia, anche la Lazio si inchina e paga dazio: 3-1 per il Feyenoord, sconfitta che brucia in classifica e che fa male al morale.

    Brutto e inopinato inciampo, nel punteggio (3-1) ma soprattutto nei modi con i quali si è materializzato in una serata fredda e piovosa, un match giocato in ambiente ostile (un pubblico davvero rumoroso…) e mai veramente tenuto in mano dalla Lazio. Mai stata veramente in partita la squadra biancoceleste, infilzata ripetutamente dal sfacciato e rapido calcio muscolare del Feyenoord, che ha messo a profitto la grande serata del suo giovane centravanti, Gimenez, autore di una doppietta. Di Zerrouki l’altra rete olandese (il 2-0 del primo tempo). Di Pedro, subentrato a Felipe Anderson, il rigore finale che addolcisce appena appena la pillola amara. Pessimo l’esordio in Champions dei due virgulti, Rovella (sostituito all’intervallo da Guendouzi) e soprattutto Casale che con Marusic guadagna la menzione per il peggiore in campo dei suoi.

    Nulla è compromesso per la qualificazione, ma la vittoria del Feyenoord rilancia gli olandesi di Slot e complica assai il cammino europeo della Lazio che non perdeva nella coppe da otto partite fila. Come sospirava speranzosa Rossella O’Hara, domani è un altro giorno. Ma c’è da temere che nuvole nere si addenseranno sul capo di Sarri e dei suoi ragazzi: Lotito non digerisce certi scivoloni, forse le due vittorie in campionato su Atalanta e Sassuolo avevano convinto l’ambiente che il difficile era passato. Ogni giorno invece ha la sua pena e il prossimo match di campionato con la Fiorentina si annuncia un autodafé che lascerà sul campo qualche vittima, comunque vada a finire.

    In avvio il De Kuip è un catino ribollente di umori malmostosi verso la Lazio. Vecchi rancori galleggiano tra le brune. Nel 2015 i fans olandesi ingaggiarono una guerriglia a Roma danneggiando la barcaccia di piazza di Spagna e accendendo sconti in occasione di un match con la Roma. Le autorità italiane hanno quindi preventivamente vietato la trasferta del 7 novembre prossimo ai fans olandesi e il Feyenoord ha replicato sbarrando la strada del De Kuip ai tifosi laziali. Brutta atmosfera dunque, per la squadra romana.

    Gli olandesi in casa si esaltano trascinati a un pubblico caldissimo e difatti partono a tutta birra. Al 10’ palla gol per la testa del messicano Gimenez su lancio lungo da sinistra di Paixao, il centravanti non ci arriva per un pelo. La Lazio rema a vuoto per qualche minuto, Marusic, spostato da Sarri a sinistra sulle tracce del talentuoso Stengs, un lungagnone dalle leve rapide e i piedi delicati, sbaglia un paio di chiusure e dalla sua parte il Feyenoord minaccia di dilagare.

    Per fortuna di Sarri Luis Alberto prende in mano la squadra e la riporta in linea di galleggiamento. Gli olandesi fraseggiano e raramente azzardano il lancio lungo, preferiscono gli inserimenti centrali di Wieffer e Zerrouki e le volate larghe di Paixao e Stengs. Dietro non sembrano granché e se presi in velocità qualche battuta a vuoto la accusano. Il problema è che raramente la Lazio sbriglia i suoi cavalli da corsa e dopo il palleggio insistito quando arriva nei pressi dell’area di rigore si ritrova davanti la difesa schierata. Anche nelle uscite dl basso la squadra biancazzurra non è perfetta e il pressing alto sui portatori di palla avversari – che impostano dal basso - la espongono alle ripartenze degli olandesi. In vista della mezz’ora di gioco il match, che si era un po’ appisolato dopo la fiammata iniziale, si accende all’improvviso. Il solito Stengs semina Marusic e serve profondo Gimenez in area, scatto dell’attaccante fra Romagnoli e Hysaj, mezza carambola fra i tre e l’ultimo tocco, fatale, è dell’esterno albanese che scodella il pallone nella propria porta.

    Il De Kuip una polveriera però il Var (c’è il tedesco Dankert) impugna l’estintore e segnala all’arbitro, il connazionale Stieler, la posizione di fuorigioco dell’attaccante olandese.
    Niente autorete e si riprende dallo 0-0, tuttavia il segnale è chiaro. Se la Lazio non filtra in mezzo saranno dolori. E difatti 4’ dopo altra miccia accesa. Vecino tocca il pallone col braccio destro, giocatori e tifosi del Feyenoord invocano il calcio di rigore, rapido confronto fra arbitro e Var e si prosegue. Giusto così, il pallone era carambolato sul braccio del laziale. Ma il ko è rinviato di appena un paio di minuti. Imbeccata lunga di Weiffer sullo scatto di Gimenez, controllo in area, giravolta e mancino che fa secco Provedel da una decina di metri: Feyenoord in vantaggio e lo stadio è un convegno di tuoni. Casale non proprio impeccabile nella marcatura.

    La Lazio si scuote, alza il ritmo e il baricentro, Luis Alberto distribuisce palloni, Zaccagni mette in croce Nieuwkoop e lo costringe al giallo, sul lato opposto Felipe Anderson non è altrettanto vispo contro l’arcigno Hartmann e le chance laziali si affidano a penetrazioni centrali in palleggio stretto che finiscono invariabilmente per spegnersi nell’0imbuito finale apprestato dagli olandesi. Luis Alberto avrebbe la chance per bucare Bijlow ma colpisce debole di testa e centrale. Nel recupero, il Feyenoord fa il bis. Il solito imprendibile Stengs dribbla sulla linea di fondo lo stordito Marusic e serve all’indietro per la botta di Zerrouki sulla quale Provedel nulla può fare.

    Lazio sotto di due gol al riposo e Sarri col fumo dalle narici. Il tecnico laziale corre ai ripari. Dopo l’intervallo fuori Rovella e Hysaj, dentro Guendouzi e Lazzari. Lazio più offensiva e però per due volte nei primissimi minuti il Feyenoord arriva in odore di gol, con Stengs e soprattutto Paixao che sfugge sulla corsa a Casale ma spara in curva. La Lazio avrebbe la chance per dimezzare, Castellanos, appena subentrato ad un immobile latitante, sbatte fuori incredibilmente il tap in a porta sguarnita sulla respinta difettosa del portiere impegnato dal mancino schioccante di Zaccagni, il vero araldo della riscossa laziale. Mattia con i suoi dribbling stretti costringe il neoentrato Lopez all’ammonizione e aspre squarci sul fronte destro difensivo olandese, purtroppo malamente sfruttati dai compagni. Lo slancio del Feyenoord si affievolisce un po’, ma soltanto un po’, nelle ripartenze rapide gli olandesi restano micidiali e la difesa laziale sbanda. Il match si incattivisce e alla fine saranno la bellezza di dodici ammoniti, sette i laziali: Rovella, Casale, Vecino, Romagnoli, Zaccagni, Guendouzi e Castellanos.

    Sarri nel finale si affida al portafortuna del Celtic Park, il guizzante Pedro che prende il posto dello spento Anderson. Lì per lì la mossa sembra avere effetto, la squadra sale di giri, finalmente cuce trame profonde e veloci, ma poco prima della mezzora il Feyenoord pesca il tris. E’ ancora lo scatenato Gimenez (un classe 2000 dal mancino proibito che ha il senso del gol) che incrocia la miracolosa respinta di Provedel sul destro ravvicinato di Timber e fa 3-0- A quel punto alla Lazio non resta che tentare il tutto per tutto e buttarsi sotto alla ricerca del gol, anche a costo di esporsi alle micidiali ripartenze degli olandesi che però hanno perduto le verve sfacciata del primo tempo. Ed è proprio Pedro a trasformare il calcio di rigore accordato per una ingenua cintura sul limite destro dell’area di rigore da parte di Lopez su Castellanos. Miracoli del calcio, per poco alla squadra biancazzurra, tardivamente risorta dalle proprie ceneri, non riesce il doppio colpo; la deviazione ravvicinata di Romagnoli trova le braccia protese di Bijlow. Troppa grazia, forse. Ma insomma si era in pieno recupero e il match era deciso. Tra due settimane il ritorno si annuncia una montagna difficile da scalare.

    Altre Notizie