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    Un inutile viaggio a Madrid. Sarri stia attento: questa Lazio è diventata mediocre

    Un inutile viaggio a Madrid. Sarri stia attento: questa Lazio è diventata mediocre

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Un inutile viaggio a Madrid. La Lazio perde netto dall’Atletico (2-0), gioca una seconda parte dei due tempi almeno decente, ma all’inizio della partita e dopo l’intervallo è molle e svagata, tanto da prendere i due gol che sanciscono il risultato e cristallizzano la classifica di Champions League.

    Seconda era e seconda rimane, ecco perché la trasferta è stata inutile, in attesa di sapere se è
    stata anche dannosa. A star dietro a Maurizio Sarri pareva che i quattro risultati utili consecutivi, tra la coppa e campionato, avessero dovuto tappar la bocca a tutti. Tuttavia il mister sottaceva sia la scadente qualità del gioco, sia l’ultimo pareggio, a Verona, del quale non si poteva certo menar vanto. Anzi quei risultati, in parte fortuiti, gli sono serviti per dire che a Roma, sponda biancoceleste, le aspettative sono troppo alte in rapporto alla forza della squadra. Sarà.

    Resta il fatto che una Lazio decima in classifica in serie A e che ha ben sei squadre da rimontare se vuole arrivare nella Champions del prossimo anno, non è esattamente in linea con i progetti iniziali.

    Nell’Europa dei grandi, invece, sì. E’ vero che gli ottavi, come per le altre due italiane, saranno
    presumibilmente duri perché contro le prime dei gironi, ma è altrettanto vero che approdare tra le migliori sedici di Champions signifcica raccattare un bel gruzzolo e ricominciare a febbario con tutta un’altra lena.

    Se, però, questa Lazio non cambia e non diventa più intensa, più organica, più armonica e - se Sarri ce lo permette - anche un po’ più organizzata, non solo avrà poche speranze di andare avanti, ma già domenica con l’Inter è destinata ad un’altra cocente delusione. La distanza tra
    l’Atletico e i biancocelesti non sta nei quattro punti indicati dalla classifica, ma nella capacità
    disarmante degli spagnoli di andare a bersaglio come e quando hanno voluto. Sì, perché al gol di Griezmann (6’), propiziato da un contrasto molle di Marusic su Lino, autore dell’assist, l’Atletico ha fatto seguire il raddoppio di Hermoso (37’), con un tiro al volo in diagonale che ha fulminato Provedel. Per fortuna del portiere e della Lazio un calciatore colchonero stazionava sulla traiettoria del pallone, cosicché il gol è stato annullato, dopo richiamo al Var, dall’arbitro olandese Gozubuyuk.

    Tra il primo e il secondo episodio, un po’ di Lazio la si è vista. Prima con un tiro di Immobile, poi con un’occasione di Guendouzi, incapace di girare al meglio un pallone sommamente invitante nell’area del portiere. Il meglio la squadra di Sarri l’ha mostrato fino alla mezz’ora, grazie ad una manovra rapida e avvolgente. Ma davanti non c’è mai stata un’occasione vera da sfruttare, mentre dietro la difesa ha cominciato la ripresa come era successo nel primo tempo.

    Neanche cinque minuti di gioco e Lino, di destro, ha colpito al volo una palla che è passata, fior da fiore, sopra le teste dei calciatori biancocelesti. La conclusione, arcuata e precisa, si è infilata dietro la schiena di Provedel. E se, forse, più avanti ci sarebbe potuto stare un calcio di rigore per fallo di Koke su Kamada, c’era anche un gol, praticamente fatto, che Morata si è divorato nell’area del portiere, dopo punizione di Depay, respinta da Provedel.

    Più che una partita mal giocata, una partita poco vissuta. Senza nervi e senza attenzione. Forse lo specchio della Lazio attuale. Compassata, prevedibile, disattenta e pericolosamente a bagno nella mediocrità.

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