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  • Un cappuccino con Sconcerti: costruire gli stadi è necessario, ma non basta: è solo un punto di partenza

    Un cappuccino con Sconcerti: costruire gli stadi è necessario, ma non basta: è solo un punto di partenza

    • Mario Sconcerti
      Mario Sconcerti
    Amici miei, o qualunque cosa siate. Non ho mai detto che non bisogna fare lo stadio, provate a cercarlo tra i miei ormai più di settecento cappuccini. Ho detto che gli americani sono imprenditori veri, cioè soggetti complessi per il calcio. Berlusconi e Moratti non hanno fatto gli imprenditori nel calcio, hanno fatto la storia pagando con mille miliardi tra lire ed euro. Gli americani preferiscono di gran lunga spendere su cose che producono patrimonio certo. Una casa resta, un giocatore no. Lo stadio è necessario, anche se a Milano sembra destinato a essere sempre diviso per due, il che resterà un mezzo privilegio. Farà aumentare il patrimonio di qualunque squadra, è ovvio. Creerà alla lunga un privilegio comune, quindi un privilegio reale di nessuno. E certamente non nel senso del gol almeno.

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    Aumenterà il fatturato delle società, come aumenterà il costo dei giocatori. Si alzerà la soglia della ricchezza, ma sarà una ricchezza comune, cioè del Milan e della Salernitana, dell’Inter e del Bologna. E non credo che Milano voglia fare lo stadio per staccare Bologna e Salernitana. Londra ha otto stadi, i campionati però si vincono a Manchester e Liverpool. Come è possibile? Semplice, lo stadio è necessario, ma non basta. Come tutte le cose necessarie è un inizio.

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