Un anno senza Johan Cruijff, il 'Profeta del gol' olandese che vedeva nel futuro
Affascinante per essere stato l'anima dell'Arancia Meccanica, l'Olanda del 1974 allenata da Rinus Michels, la squadra che rivoluzionò il calcio moderno prima del Milan di Sacchi e del Barcellona di Guardiola. Affascinante per il pacchetto e più di sigarette fumato ogni giorno, per cinquant'anni. Affascinante per essere stato l'anima catalana del Barcellona, pur non avendo niente di catalano, se non l'adozione.
Affascinante per aver realizzato 402 gol in 716 partite ufficiali, senza essere un attaccante e senza essere ricordato primariamente per i gol. Affascinante per quel numero 14 portato sempre a testa alta e in modo rivoluzionario, quando tutti i bambini si affezionavano al 10. Affascinante per quello che ha saputo dare al mondo del pallone, prima da calciatore e poi da visionario allenatore.
Io sono cresciuto con il suo mito in testa, mio padre mi ha insegnato ad amarlo, a comprenderlo e ad esaltarlo; Ajax, Barcellona, Olanda, quante volte ho rivisto quei gol, quelle giocate sopraffine, quante volte ho provato ad emularlo, anche solo nel più semplice dei gesti tecnici. Quando un uomo è veramente grande, in tutti i campi e non solo nel calcio, lo capisci dal fatto che funge da modello anche per le nuove generazioni, lontanissime da lui.
L'altro giorno, mentre passeggiavo per Milano, ho visto un gruppo di bambini che giocava a pallone, in un cortile: tra un Messi e un Cristiano Ronaldo, uno di loro, il più piccolo di statura, indossava una maglia arancione con il numero 14 stampato dietro. Non credo che servano altre parole: Cruijff è storia, Cruijff è il calcio. Quanto ci manchi, Johan!
@AleDigio89