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    Ultras arrestati, il procuratore Viola: "Patto tra curve per il profitto, tifo solo di facciata"

    Ultras arrestati, il procuratore Viola: "Patto tra curve per il profitto, tifo solo di facciata"

    La polizia ha arrestato 19 ultras delle curve di Inter e Milan: 16 sono in carcere e 3 ai domiciliari. La maxi-operazione della squadra mobile è stata guidata da Alfonso Iadevaia ed è legata a un'inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano. Tra i fermati ci sono i fratelli Lucci (Francesco e Luca) e Marco Ferdico: sono accusati – tra le altre cose – di associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso, estorsione e lesioni.
     
    LA CONFERENZA - Queste le parole del Procuratore, Marcello Viola nella conferenza stampa di oggi: "C'era un patto di non belligeranza tra le curve per massimizzare il profitto, le attività erano condotte solo per acquisirne un vantaggio economico. L'interesse per il club era solo di facciata. Inter e Milan sono solo soggetti danneggiati. Lo stadio di San Siro e le attività economiche connesse sono fuori da ogni controllo di legalità, situazione avvenuta almeno in parte, anche a causa di alcune carenze organizzative della Fc Internazionale nella gestione dei rapporti con la tifoseria: controlli assolutamente carenti per gli ingressi allo stadio; forniture di biglietti a soggetti appartenenti alla criminalità che poi effettuano enormi ricarichi in sede di rivendita; partecipazione ai guadagni da parte di soggetti indagati ovvero già condannati per associazione di tipo mafioso, che poi trasferiscono il denaro alla famiglia mafiosa di appartenenza”.

    I PROVVEDIMENTI - Secondo Viola si tratta di "una complessa indagine" della Dda milanese "che ha riunito diversi filoni investigativi condotti da più articolazioni della Polizia di Stato, nonché dal Gico di Milano e dallo Scico della Gdf". Assieme "all'esecuzione delle misure cautelari sono state delegate ed eseguite decine di perquisizioni a carico di ulteriori indagati". Inoltre, la Divisione Anticrimine della Questura di Milano "ha applicato a più soggetti diversi divieti di accesso ai luoghi, ove si svolgono manifestazioni sportive", ossia dei Daspo, o "ha comunque avviato la relativa procedura nei confronti di numerose altre persone". Le indagini hanno consentito, secondo l'accusa, "di accertare l'esistenza di infiltrazioni criminali tra gli ultras e hanno coinvolto i principali esponenti dei cosiddetti 'direttivi' delle tifoserie organizzate delle due principali squadre calcistiche milanesi. Il mio ufficio ha da tempo aperto una unità di analisi e impulso investigativo, un gruppo di lavoro che si occupa del condizionamento criminale delle attività sportive" e delle "logiche che sdoganano negli stadi la propaganda antisemita e razzista", ha aggiunto poi il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo.

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