Mi è parso come rubare in chiesa. Il divario tattico tra Belgio e Italia è stato clamoroso e lo ha ammesso anche il loro portiere: “Ci hanno surclassato sul piano tattico”. L’Italia ha fatto una cosa molto semplice, ma l'ha fatta bene: ha giocato sui movimenti storici della Juve di Conte, passando dal 5-3-2 della fase di non possesso al 3-3-4, quando gli azzurri rientravano nuovamente in possesso della sfera. Questo cambiamento di modulo tra fase di possesso e non possesso è conosciuto in Italia e ormai lo attuano anche tante squadre europee. La Fiorentina di Sousa, per esempio, che dal 4-4-1-1 passava spesso al 3-4-3. Ma anche il Bayern di Guardiola, che faceva movimenti ancora più complessi, passando dall' 1-4-3-3 all’ 1-3-4- 3.
PELLE' MEGLIO DI LUKAKU - Il Belgio non si è accorto di nulla e fino a che le forze dell’Italia non sono calate, ha subito di continuo sia gli attacchi centrali portati da Eder e Pellè, che gli attacchi esterni. Così non c’è stata partita. L’Italia è squadra solida, con una difesa superiore a tutte le altre nazionali: dipendiamo dagli attaccanti, come  tutte le squadre del resto. Se Pellè (non c’è paragone con Lukaku) e Eder o chi entrerà al loro posto garantiranno gli sviluppi di gioco che si sono visti contro il Belgio, l’Italia avrà tanta strada davanti a sé. La tattica è tutto? No, anzi, nel settore giovanile deve essere adoperata poco. Ad alti livelli, la tattica è fondamentale. 
ITALIA-SVEZIA - Il 4-4-2 della Svezia è abbordabile; molto rigido nella sua applicazione. I problemi possono venire da Ibrahimovic e Guidetti, però Barzagli, Bonuci e Chiellini, ad oggi, danno totali garanzie. La vittoria è alla nostra portata.