'In piazza per Beppe':| I tifosi con Signori
Tutti insieme per Beppegol. Questo lo slogan, e anche il riassunto del senso dell'iniziativa organizzata per stasera da un gruppo di tifosi di Beppe Signori, quelli che il loro idolo non l'hanno abbandonato mai, nemmeno nei momenti più bui della vicenda calcioscommesse. Allora appuntamento in Piazza Nettuno alle 21.30. Un'ottantina di persone previste, magliette, fasce, bandiere, foto autografate, aneddoti. Tutto quello che serve per dire al capitano di tante battaglie che Bologna non l'ha dimenticato. E lui, saputo dell'iniziativa, sorride commosso.
Solidarietà spontanea. Nessun gruppo organizzato, nessun fan club. Solo un passaparola via web, la voglia di esserci, di fare sapere a Signori che le emozioni che l'ex bomber ha fatto provare ai tifosi quando era in campo non sono svanite. "Abbiamo pensato che sarebbe stato bello fargli avere indietro un minimo di quell'energia positiva, adesso che ne ha bisogno", racconta uno degli ideatori dell'iniziativa, Simone Maniezzi. E allora tutti in piazza, "solo per dirgli ancora una volta, e non per un gol, 'Forza Beppe, ti siamo vicini, non dimentichiamo'".
Beppe commosso. Potere della rete, in breve anche Signori è venuto a sapere di quello che i suoi fan stanno organizzando per lui. Glielo ha detto la sorella Stefania. "Beppe era emozionato e incredulo, ma il suo commento è stato 'Con loro non avevo dubbi, ci sono stati, ci sono e ci saranno'" racconta. Lei forse ci sarà, sotto il Nettuno, Beppe no, "perché è ancora provato, ha sempre paura di trovare qualcuno che dica cose poco carine" confida Stefania. "Io però lo rassicuro, perché vedo che la gente non è stupida e comincia a capire quel che è successo".
Colpevole o innocente, non importa. Assieme a Maniezzi, a chiamare a raccolta, via web, i supporter di Beppegol sono stati altri tifosissimi: Stephane Capuozzo, Jenny Polacchini, Rita Bertuzzi e Chiara Quagliarelli. E sottolineano che "l'evento non è colpevolista o innocentista, la legge farà il suo corso ed è giusto che sia così". Si tratta solo di "una testimonianza d'affetto per la persona e per quello che ha rappresentato per noi. Se ha sbagliato, pagherà, ma non merita di essere trattato come un mostro".