Tre anni senza Kobe Bryant. La Mamba mentality ha cambiato anche il calcio
E poi il Milan, un legame speciale quello tra Bryant e i rossoneri, rinsaldato da quella visita a Milanello. E non è un caso che tra chi porta avanti la legacy di Kobe ci sia proprio il Diavolo. La Mamba mentality, quel mix di passione, ossessione, voglia di competere, resilienza e mancanza di paura fondamentali per l'ex guardia dei Los Angeles Lakers per vincere. E' stata il cardine del pensiero di tanti calciatori nel corso degli anni, a Milanello c'è chi ancora la sente particolarmente come Davide Calabria, grande appassionato di basket e NBA. E Stefano Pioli l'ha usata per caricare la sua squadra nelle battute finali della cavalcata scudetto della scorsa stagione. "The job's not finished", "Il lavoro non è finito" la celeberrima frase esclamata durante le Finals del 2009, sul 2-0 per i Lakers contro gli Orlando Magic. "Ai ragazzi ho fatto vedere quel video" diceva il tecnico rossonero dopo il 2-0 sull'Atalanta, penultimo passo del Milan verso lo scudetto. Vincere, il modo migliore per onorare una leggenda che ancora oggi con i suoi insegnamenti guida lo sport: non è solo il basket a piangere ancora Kobe Bryant.