L'esame di maturità (anche se da tempo non si chiama più ufficialmente così) arriva generalmente dopo cinque anni di studi superiori. Quando il prof. Ventura si è seduto sulla cattedra granata, lo studente era appena stato sonoramente bocciato dopo un anno infelice con il prof. Lerda: negligente, disordinato, disattento. Ventura ha rimesso in riga l'allievo, e lo ha portato a ottenere esami brillanti e promozioni in serie. Ora, arriva il momento della maturità, per l'appunto. Che però, uscendo dalla metafora scolastica ed entrando finalmente in tema, è in realtà composta di varie prove, che si svolgono durante tutta l'annata.
La prima prova di maturità, una delle più difficili, andrà in scena domenica, sul campo del Carpi. Già, perché se affrontare una matricola senza aspettative rappresenta sempre una buccia di banana (l'avversaria non ha niente da perdere, tu tutto), tanto più lo è nel momento in cui la squadra ha appena cambiato professore, cioè tecnico; la decisione è stata presa male dai tifosi, che quindi si aspetteranno una vittoria; e una vittoria va necessariamente ottenuta per quanto riguarda la società, che vuole invece legittimare la propria decisione di esonerare Castori con il primo, storico successo in Serie A.
In più, i granata arrivano a Modena praticamente a pezzi: mancano molti giocatori, e quasi tutte colonne della squadra, come Maksimovic, come gli uomini che erano in assoluto i più in forma (insieme a Quagliarella) dell'intero gruppo, ossia Avelar, Bruno Peres e Baselli, con i sostituti naturali degli ultimi due anch'essi fermi ai box (Molinaro e Obi, squalificati), senza contare il lungodegente Farnerud. Insomma, comunque vada, Ventura dovrà assemblare un 11 arrabattato, con elementi fuori ruolo in diverse zone del campo. Seguirà la pausa, uno stop che per il Toro sarà come acqua nel deserto; superare questo esame di maturità vorrebbe anche dire godersi due settimane nelle zone altissime della classifica.