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Toromania: sei anni dopo, il '10 e lode' è meritato
Correva l'anno 2009 quando, alla domanda “Che voto assegna al mercato del Torino da lei stesso condotto?”, l'allora direttore sportivo Rino Foschi replicò senza esitare: “10 e lode”. Era la sessione invernale, e il giudizio autoconferito era figlio di due acquisti; letteralmente due, in tutto: Claudio Rivalta, discreto difensore, e Andrea Gasbarroni, fantasista arrivato dal Genoa con un lungo infortunio ancora tutto da smaltire (sarebbe rientrato verso il finale di stagione). Quella risposta entrò nell'immaginario dei tifosi sotto la categoria “surreale”.
A distanza di sei anni, il “10 e lode” viene invece oggi autenticamente ritenuta la giusta valutazione dalla gran parte dei sostenitori del Toro, nonché di molti osservatori. In entrata, sono arrivati tre ragazzi che hanno rappresentato le colonne della Nazionale Under 21 del ciclo appena concluso: Zappacosta, Baselli e Belotti. Per il terzetto sono stati spesi poco meno di 20 milioni di euro, e altri 3,5 per il riscatto dell'attuale capitano degli azzurrini, Benassi: è stata costruita una squadra giovane e italiana. Il nuovo laterale sinistro è l'ex cagliaritano Avelar; in mezzo al campo, per aumentare le possibilità a disposizione di Ventura, arrivati gli africani Acquah e Obi. Non è arrivato un regista titolare, ma è una scelta: l'alternanza Gazzi-Vives garantisce ancora un'annata di certezze. E alle loro spalle, potrà crescere senza fretta l'acquisto dell'ultimora, il bosniaco Prcic, unico prestito di tutto l'organico granata.
I veri colpi però Cairo li ha fatti...in uscita. La cessione – inevitabile – di Darmian ha coperto esattamente l'importo speso per Baselli+Belotti+Zappacosta, ma non è stata seguita dalla partenza di nessuno degli altri tre “pezzi da 90” della squadra: capitan Glik il primo a essere confermato, e quindi ecco Cairo respingere ai mittenti le numerose, allettanti offerte per Maksimovic e Bruno Peres, arrivando a dire no a 15 milioni per il primo e a 13 per il secondo. Moltissimi i giovani campioni d'Italia Primavera prestati nelle varie categorie, quattro gli svincolati, in extremis è arrivata la rescissione con Stevanovic, utile al tesseramento di Prcic; la ciliegina sulla torta sarebbe stata il perzionamento dell'addio ad Amauri, diventato di fatto un esubero da 800000 euro l'anno, ma l'attaccante – che garantisce comunque professionalità ed è uomo spogliatoio – ha rifiutato le destinazioni propostegli.
Ventisei giocatori in organico, venticinque sono di proprietà; ventotto milioni di euro (e spiccioli) spesi, settimo club per investimenti in questa sessione estiva; difesa confermata in blocco, portiere e tre difensori più tutte e quattro le riserve; sette nazionali maggiori, più altri giovanili, e un futuro che pare garantito. Il voto è il massimo perchè il club di Cairo è riuscito in tutto ciò che ha cercato: rischiosa la tattica per arrivare a Belotti, bluffando (o poco più) su Abel Hernandez; da lupo di mare anche quelle minori, come quella per strappare Ichazo a un prezzo inferiore a quello pattuito per il riscatto. Cosa è cambiato tanto rapidamente, in un club che solo un anno fa cedeva Cerci sostituendolo in maniera tanto inefficace con un Amauri ormai anziano? Non è dato sapere. Ai tifosi, è dato sognare.
A distanza di sei anni, il “10 e lode” viene invece oggi autenticamente ritenuta la giusta valutazione dalla gran parte dei sostenitori del Toro, nonché di molti osservatori. In entrata, sono arrivati tre ragazzi che hanno rappresentato le colonne della Nazionale Under 21 del ciclo appena concluso: Zappacosta, Baselli e Belotti. Per il terzetto sono stati spesi poco meno di 20 milioni di euro, e altri 3,5 per il riscatto dell'attuale capitano degli azzurrini, Benassi: è stata costruita una squadra giovane e italiana. Il nuovo laterale sinistro è l'ex cagliaritano Avelar; in mezzo al campo, per aumentare le possibilità a disposizione di Ventura, arrivati gli africani Acquah e Obi. Non è arrivato un regista titolare, ma è una scelta: l'alternanza Gazzi-Vives garantisce ancora un'annata di certezze. E alle loro spalle, potrà crescere senza fretta l'acquisto dell'ultimora, il bosniaco Prcic, unico prestito di tutto l'organico granata.
I veri colpi però Cairo li ha fatti...in uscita. La cessione – inevitabile – di Darmian ha coperto esattamente l'importo speso per Baselli+Belotti+Zappacosta, ma non è stata seguita dalla partenza di nessuno degli altri tre “pezzi da 90” della squadra: capitan Glik il primo a essere confermato, e quindi ecco Cairo respingere ai mittenti le numerose, allettanti offerte per Maksimovic e Bruno Peres, arrivando a dire no a 15 milioni per il primo e a 13 per il secondo. Moltissimi i giovani campioni d'Italia Primavera prestati nelle varie categorie, quattro gli svincolati, in extremis è arrivata la rescissione con Stevanovic, utile al tesseramento di Prcic; la ciliegina sulla torta sarebbe stata il perzionamento dell'addio ad Amauri, diventato di fatto un esubero da 800000 euro l'anno, ma l'attaccante – che garantisce comunque professionalità ed è uomo spogliatoio – ha rifiutato le destinazioni propostegli.
Ventisei giocatori in organico, venticinque sono di proprietà; ventotto milioni di euro (e spiccioli) spesi, settimo club per investimenti in questa sessione estiva; difesa confermata in blocco, portiere e tre difensori più tutte e quattro le riserve; sette nazionali maggiori, più altri giovanili, e un futuro che pare garantito. Il voto è il massimo perchè il club di Cairo è riuscito in tutto ciò che ha cercato: rischiosa la tattica per arrivare a Belotti, bluffando (o poco più) su Abel Hernandez; da lupo di mare anche quelle minori, come quella per strappare Ichazo a un prezzo inferiore a quello pattuito per il riscatto. Cosa è cambiato tanto rapidamente, in un club che solo un anno fa cedeva Cerci sostituendolo in maniera tanto inefficace con un Amauri ormai anziano? Non è dato sapere. Ai tifosi, è dato sognare.