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    Toromania: il Toro c'è (ancora)

    Toromania: il Toro c'è (ancora)

    Un solo pareggio, dopo tre giornate, come un anno fa. Ma le altre due gare all'epoca furono due sconfitte, oggi sono una coppia di vittorie: sette punti contro uno. E sette gol fatti contro zero. I numeri dicono tanto, ma non tutto, del Toro partito bene in campionato. Quel che non riescono a rendere sono le qualità caratteriali di questa squadra, la sua tenuta mentale, tratto distintivo di tutta l'epoca Ventura che ha trovato la sua ennesima conferma domenica, al Bentegodi.

    Già, perchè su un campo difficile i granata si sono presentati in condizioni di emergenza assoluta, peraltro un'emergenza maturata nel giro di pochi giorni. E a piovere sul bagnato, proprio mentre iniziava a diluviare fisicamente sul campo, è arrivato dopo pochi minuti l'ennesimo infortunio (Avelar). Infine, il gol degli avversari, oltretutto condito da un forte senso di ingiustizia, perché maturato grazie a un penalty che è eufemistico definire “generoso”.

    Invece, un Toro incerottato risponde colpo su colpo. Con fatica trova il pari, va di nuovo sotto, Verona esplode ma Glik e soci non si abbattono e la rimettono di nuovo in carreggiata. Non a caso, Mister Libidine ha definito un semplice (si fa per dire) pareggio come “un'impresa”. Che, senza la più grande svista di giornata dell'arbitro Irrati (il solare fallo di mano in area commesso da Moras, e ignorato) sarebbe stata ancora più grande. Ma quel che conta è aver scoperto, riscoperto, confermato, che il Toro c'è.

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