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    Toromania: la 'mission impossible' è tenere Belotti

    Toromania: la 'mission impossible' è tenere Belotti

    • Andrea Piva
    Chelsea, Manchester City, Real Madrid, Barcellona: gol dopo gol la lista della pretendenti di Andrea Belotti continua ad allungarsi. D'altra parte oltre che essere spietato davanti ai portieri avversari è ancora molto giovane e davanti a sé margini di miglioramento ne ha ancora tanti: in tutta Europa solamente Harry Kane e Romelu Lukaku stanno segnando con una frequenza simile, ma non uguale (19 gol l'inglese, 18 il belga) a quella del Gallo granata. L'addio a fine dell'attaccante può sembrare quindi scontato, ma non lo è. Non deve esserlo.

    “Ho voglia di investire per creare un bel Toro” ha dichiarato negli scorsi giorni Urbano Cairo, il numero uno della società piemontese, ripetendo poi la sua volontà di trattenere Belotti ma anche l'impossibilità di bloccare una trattativa nel caso arrivasse un'offerta da 100 milioni (la cifra della clausola rescissoria valida solo per l'estero). In quel caso sarebbe la volontà del giocatore a essere decisiva: ma come fare a convincere un calciatore a rifiutare un club ambizioso della portata di Chelsea, Manchester City o Bacellona, protagonisti anche in Champions League per restare al Torino? È questa la mission impossible di Cairo. Con Belotti in squadra la creazione di quel bel Toro di cui ha parlato il presidente sarebbe già a metà dell'opera, per l'altra metà servono giocatori affermati, non le solite scommesse. Per riuscire a compiere la propria mission, il presidente granata deve mettere il Gallo al centro del suo progetto, costruirgli attorno una squadra competitiva fatta di giocatori che hanno già dimostrato il proprio valore ma che, allo stesso tempo, siano ancora affamati. In pratica servono altri colpi alla Joe Hart. A proposito del portiere: riuscire a trattenerlo, rinnovando il prestito con il Manchester City (ipotesi però di difficile realizzazione considerata la volontà del club inglese di monetizzare dalla cessione dell'estremo difensore) o acquistandolo a titolo definitivo, potrebbe essere il primo passo per costruire quel “bel Toro” che possa convincere Belotti a restare senza rimpianti.

    Il centravanti è un simbolo granata: con le sue movenze, il suo spirito battagliero, la voglia di lottare su ogni pallone e di non mollare mai incarna alla perfezione lo spirito tremendista granata. In un calcio in cui viene guardato con nostalgia il passato fatto di bandiere come Riva, Rivera e Mazzola o i più recenti Baresi, Maldini e Zanetti, in cui giocatori come Totti, De Rossi e Hamsik sono considerati delle mosche bianche, Belotti può essere l'eccezione. Tocca a Cairo riuscire a convincerlo.

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