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Torino| Soldi buttati per non spendere
MATRIOSKA - Il disastro attuale è una matrioska di disastri, uno dentro l’altro, uno dopo l’altro. Cambi di allenatore e di direttore sportivo: senza mai costruire una struttura solida, stabile e adeguata. Costringendo il Torino alla continua gestione dell’emergenza, creando nuovi problemi per cercare di risolvere i vecchi. E via così, a valanga che s’ingrossa, s’ingrossa, s’ingrossa. E’ il peccato originale, confezionato dall’incapacità presidenziale di dare fiducia vera e di delegare. Da qui lo spreco, gigantesco, di denari della società per acquisti sbagliati, per stipendi esagerati, per contratti assurdi, per esoneri e riassunzioni. A giugno, con la squadra appena retrocessa e la società zavorrata dalle suddette autocastrature, il primo grande errore fu quello di non ribaltare l’organico. Liberarlo da quei giocatori che, bene o male, in granata avevano fatto il loro tempo: sarebbe stato un salasso economico. Che puntualmente arriva comunque (un po’ a gennaio, il grosso ora), col solo risultato che il Toro non ha centrato la promozione e perde pure i tanti milioni della serie A. Il secondo grave errore è stato quello di fare cassa, con Rosinae Dzemaili, ma di reinvestire poco o nulla. Ciò ha portato ad altri acquisti sbagliati: Loviso, Belingheri, Arma. Ad arrivi sbagliati: Leon, Vantaggiato. E a rinunce insensate, come quella di Malonga: il prestito con diritto di riscatto non ha controriscatto! E ovviamente a una rosa zeppa di lacune: tolto Bianchi, l’attacco è stato un deserto.
CAOS - Errore imperdonabile, poi, è stato, dopo un buon avvio, non avere la forza (la società strutturata serve eccome!) di fare quadrato nel periodo di crisi. Il Toro è stato così travolto, disintegrato: contestazione, cambio di allenatore, caos. Con maggiore forza, invece, avrebbe potuto limitare la crisi, contenerla, magari garantirsi qualche punto in più nel momento nero per poi ripartire (come ha fatto il Lecce).