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    Timossi: Vidal e l'arte di vincere

    Timossi: Vidal e l'arte di vincere

    "Billy, siamo una squadra da piccolo mercato. E lo sei anche tu, come General Manager". Moneyball è un film e dentro c'è questa frase. È una storia vera, è l'epica del baseball e l'arte di vincere con un sistema rivoluzionario e scientifico. Moneyball, l'arte di vincere è un film bellissimo, uno dei più belli tra quelli che raccontano lo sport: guardatelo, se non l'avete già fatto. Il film e quella frase mi sono tornati in mente non appena è diventato ufficiale quello che si sentiva dire da qualche settimana nei corridoi del calciomercato. E cioè: la Juventus venderà Arturo Vidal. Ci siamo, il cileno sta per andare al Bayern Monaco per 35 milioni. Per la Juventus significa molto. Intanto una plusvalenza di almeno 30 milioni. Vidal, acquistato nel 2011 dal Bayer Leverkusen per 10,5 milioni più due di bonus ormai è stato ammortato a bilancio per 3,5 milioni, che sottratti ai 30/35 offerti ora dai bavaresi andranno in bilancio come un guadagno capace di triplicare l'investimento iniziale. Non solo quattrini per giustificare positivamente l'imminente vendita del centrocampista. Perché sfasciando la sua Ferrari sulle strade del Cile, sparando a quel paese l'agente-tifoso e costringendolo a farsi seguire in centrale, Arturo ha confermato quello che a Torino sapevano (e abilmente coprivano) da un pezzo: il ragazzo è un piantagrane. Quindi, nella cessione di Vidal qualche buona motivazione ci sarebbe, anzi c'è, ma può non bastare

    Non dopo l'addio di Tevez e poi quello di Pirlo. Non dopo la “promessa” che il prossimo anno bisognerà dar via pure Pogba, perché sarebbe una follia rinunciare a tutti quei soldi offerti dal Barcellona. Tevez è un campione che avrebbe avuto ancora molto da raccontare in Italia e in Champions. Pirlo pure, anche se il suo trionfale viale del tramonto è già iniziato, ma entrambi restano dei leader certificati. Qualcosa che in questo momento alla Juve sembra mancare. 

    Non solo. In questo blog e pure in un paio di trasmissioni tv è stato sostenuto che fino a questo momento il lavoro dell'amministratore delegato Giuseppe Marotta è apparso lento. E che la lentezza dimostrata potrebbe contribuire alla costruzione di una Juventus meno forte rispetto a quella degli ultimi anni. Tesi che hanno subito scatenato la dura reazione di alcuni tifosi bianconeri. Ne hanno facoltà, certo. Però la cessione di Vidal non può far altro che confermare questa sensazione. Ed ecco che torna la frase di Moneyball. La Juve non può e non potrà più essere una squadra da piccolo mercato. Negli ultimi quattro anni sono cambiati i risultati, si sono visti successi che sembravano dimenticati. E nell'ultima stagione i bianconeri sono decisamente e inequivocabilmente tornati a essere una grande potenza del calcio europeo. Tutto ciò deve far parte di un percorso di crescita. Significa anche che la Juve oggi è una squadra da grande mercato. Marotta e il presidente Agnelli devono saggiamente tenere in equilibrio il bilancio. Ma allo stesso tempo devono spostare i loro obiettivi. Oggi per la Juventus i concorrenti non sono più Roma, Inter, Milan, Carpi o Sassuolo. Non solo loro. Oggi i concorrenti della Juve vice campione d'Europa si chiamano Barcellona, Real Madrid, Psg, Bayern Monaco e via discorrendo. E se il Bayern prende Vidal dalla Juve, la Juve non può solo prendere Dybala dal Palermo. Meglio, non solo se perde pure Tevez e Pirlo e non possono bastare Mandzukic (fotocopia forse più spietata di Llorente) e Khedira e Zaza e Neto e un mare di promesse che probabilmente verranno in buona parte mantenute. Intanto perché ai bianconeri manca un leader di livello internazionale, quello che anche lo splendido Claudio Marchisio non può ancora essere. Leader che il Psg aveva già prima dell'acquisto di Di Maria, così come il Manchester United quando ancora non aveva preso Schweinsteiger e il Bayern Monaco senza Vidal. Ora la Juve venderà Vidal, ma per sostituirlo non basterà Cuadrado, che leader europeo non poteva essere a Firenze e che al Chelsea ha trovato spazi ridottissimi. 

    Alla Juve serviva e serve un colpo vero, uno alla Cavani, un gioiello da strappare a un'altra grande potenza europea. Lo deve pretendere anche Allegri, forte della sua magnifica stagione: è già stato iper aziendalista al Milan, non può ripetere lo stesso errore. C'è tempo per piazzare il colpo, per entrare a pieno titolo nel mercato dei grandi. Beppe Billy Marotta deve saperlo. 

    Giampiero Timossi
    @GTimossi
     

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