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Timossi: Marotta, Pogba va venduto
Il Giorno di Marotta sembrava un film con la stessa trama: sempre le stesse vittorie, gli stessi brillanti successi, una domenica dietro l’altra, scudetto dopo scudetto. L’ultima stagione, poi, per la Juventus è stata un trionfo: altro tricolore e mercoledì la leoni, fino alla finale di Champions, persa con il Barcellona, ma dimostrando sempre di potersela giocare con tutti, anche con il trio Messi-Neymar-Suarez.
Eppure per l’ad bianconero Marotta quella del 2014 sembrò l’estate più dura: l’addio dell’idolatrato Conte, l’arrivo del contestato Allegri, una botta che sembrava a sorpresa e che pareva un colpo letale per l’egemonia nazionale bianconera. Non è andata così, anzi. E le dimissioni del bizzoso tecnico (ora commissario azzurro sotto inchiesta) non furono neppure una sorpresa. Marotta e il presidente Agnelli avevano previsto e comunque programmato la successione.
Il Giorno di Marotta, ennesima puntata, estate 2015: ci sono delle novità. La vicenda Pogba è l’ultimo campanello d’allarme. Andiamo subito contro corrente, ribadendo quanto già scritto il 23 gennaio scorso su calciomercato.com: per queste cifre, per gli 80 milioni dei quali si vocifera, la Juve deve vendere il francese al Barcellona. E deve farlo subito. Anzi, è già troppo tardi ed ecco perché. Perché era meglio chiudere un accordo già a gennaio, in gran segreto, quando sembrava si fossero fatti avanti i pentiti del Manchester United; quando pareva che il Real Madrid fosse pronto a spendere 100 milioni per acquistare il divino Paul. Invece adesso Marotta che fa? Pare non abbia intenzione di accettare gli 80 milioni del Barça. Adesso no, ma tra un anno sì. Errore rosso, difficile da accettare se a farlo è Giuseppe detto Beppe, il grande alchimista del calcio nazionale, il top dei top (direbbe lo juventino Briatore) tra i signori del mercato internazionale. Marotta, nelle ultime settimane, sembra più lento del solito, sotto i suoi livelli abituali, scanditi da vorticose giornate che iniziano all’alba con la solita parola d’ordine “operativo, operativo”.
Lenta è sembrata la reazione all’annunciato addio di Tevez. Lenta è sembrata la reazione all’annunciato addio di Pirlo, l’uomo che con Conte e poi con Allegri ha disegnato il progetto del grande rilancio juventino. A gennaio c’era un sogno che sembrava un progetto: intascando in gran segreto i 60-70-80 o 100 milioni di una possibile cessione di Pogba (che però sarebbe andato via solo a giugno) , Marotta avrebbe potuto portarsi avanti con il lavoro. Non solo bloccando Dybala, ma strappando pure Cavani al Psg. Poteva, Giuseppe detto Beppe, capire se Falcao fosse una valida alternativa bianconera, magari poteva rischiare di prendere Isco dal Real Madrid, sapendo che nel 2013 gli spagnoli lo hanno pagato 25 milioni. Poi, perché no, si poteva dare una valida alternativa all’eclettico Allegri, portando a Torino Gundogan, mezzala del Borussia Dortmund. Bene, per il momento non è andata così. La Juve ha già perso Tevez e Pirlo, smentisce che perderà pure Vidal, spiega che Pogba non verrà ceduto, non ora. Però, probabilmente, ora la Juve è più debole della squadra dell’ultima stagione. Sulla carta Mandzukic , non vale Tevez e Khedira non può sostituire Pirlo. Dybala? Viene definito un meraviglioso talento e così è: più o meno sono le stesse cose che si raccontavano su Iturbe, un anno fa, prima che passasse dal Verona alla Roma. Per ora Dybala del campione ha soltanto la stratosferica valutazione: un affare da 44 milioni di euro.
Adesso, non vendendo subito Pogba, ma facendo sapere con un certo anticipo che la cosa si farà probabilmente tra un anno, la posizione di Marotta diventa ancora più scomoda. Tutti i signori del mercato sapranno che la Juve ha altri 80 milioni da spendere, non faranno sconti, alzeranno il più possibile il prezzo dei potenziali obiettivi bianconeri. Così potrebbe ripetersi quando accaduto al mercato del Napoli dopo la milionaria cessione di Cavani. Impossibile pensare che Marotta non abbia valutato tutto questo. Impossibile pensare che non torni adrenalinico, pronto a sferrare anche quest’estate un colpo carico d’ingegno. Un Isco, un Cavani, un Gundogan che tanto piace ad Allegri. Una fantasia che diventa realtà, come da manuale. Delle giovani marmotte.
Giampiero Timossi