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    Timossi: l'Inter come la Juve di Ferrara?

    Timossi: l'Inter come la Juve di Ferrara?

    Cinque cattivi pensieri per un buon fine settimana. Cinque vittorie e cinque gol presi. Partiamo da Milano. Più 'Mancio che mai', perché dilaga il pensiero che l'Inter di Mancini sia la squadra giusta per vincere lo Scudetto. E' bastato che i nerazzurri mettessero in fila cinque vittorie nelle prime cinque partite di campionato. Vincere di misura? "Meglio". Vincere e non convincere? Pietro, il portinaio di via Marmorata 169 (il condominio più social del Testaccio), non ha dubbi: "Meglio ancora, questa è una squadra grossa e cattiva a centrocampo, ignorante in attacco, per me lo Scudetto lo vincono loro. La Roma è più forte, hai ragione, è quella che si è rinforzata di più, ma spero non basti. Lo dico sottovoce: per me è l'anno dell’Inter". Pietro in portineria ha l'immagine di san Papa Wojtyla, l'aquila che vola allo stadio Olimpico e in testa il cappellino della Curva Nord. E' un laziale a Testaccio, conosce il calcio e ne afferra al volo le sfumature. Credo abbia centrato il punto. Però cinque partite non bastano e chi ha un po' di memoria sa anche perché. 

    La Juventus di Ciro Ferrara e Felipe Melo (esatto, il centrocampista brasiliano rientrato ora in Italia grazie alla chiamata di Roberto Mancini) vinse le prime quattro gare della stagione 2009/2010. Di più, l'exploit saliva a sei vittorie se si guardavano le due ultime gare del campionato precedente, quei 180 minuti che videro Ferrara prendere il posto dell'esonerato Ranieri. Poi Ferrara venne sostituto a gennaio da Zaccheroni. Questo solo per dire un paio di cose: che oltre le analogie, i punti "brutti ma buoni", il giusto entusiasmo dei tifosi nerazzurri e di molti osservatori, è davvero presto per dire se l'Inter è una squadra da Scudetto. Ed era presto anche per dire che Ciro Ferrara non era un allenatore da Juventus. 

    Ferrara è un ottimo allenatore, molti non se ne sono accorti subito, io forse più tardi degli altri: l'ho stuzzicato a Torino, bacchettato a Genova poco prima di vederlo vincere il derby tra Samp e Genoa. Ho sbagliato e colgo l'occasione per porgere un’altra volte le mie scuse. Lui ride e fa spallucce, ora fa il talent per Mediaset, è la vera punta di diamante della squadra che commenta tutto il calcio della corazzata berlusconiana. Ed è bravissimo, diciamolo subito. Se gli chiedi delle analogie tra la sua Juve e l'Inter di oggi ride: "Lascia stare, nessuna". Però Ferrara spiega: "L'Inter di Mancini sta facendo quello che piace al pubblico: il tifoso lascia lo stadio felice se ha vinto. Poi arriverà il gioco, funziona così. Se manterrà questo ritmo e questa continuità di risultati, se arriverà prima al traguardo, nessuno penserà più alla prestazione, ma tutti ricorderanno un successo. Non mi aspettavo un inizio così, perché ha cambiato tanto. Sento tanti allenatori dire che hanno bisogno di tempo, perché hanno cambiato tanti. Bene, l'Inter non ha cambiato tanto, ma tantissimo. E Mancini è partito a razzo. Sono anche meccanismi che si innescano, gol trovati nel finale di gara o di tempo, segnali che ti fanno credere nelle qualità che hai e ti fanno crescere". 

    Di Ferrara mi fido. Della Juve di quest'anno un po' meno. Meglio: se ha preso cinque gol nelle prime cinque gare un motivo ci sarà. Un anno fa Buffon incassò il primo alla sesta. Le vittorie di Manchester e Genova? Non c'entra la squadra di "coglioni" o no (citazione del tecnico Allegri), la verità è diversa e in questo Allegri ha meno colpe degli altri. A Manchester, a portieri invertiti, avrebbe vinto il City. Contro il Genoa, a portieri invertiti, la Juve non avrebbe vinto. Come abbiamo raccontato sull'amato 'Charuto' per tutta l'estate, Marotta non ha fatto un mercato per vincere subito, per stupire ancora, per sbaragliare la concorrenza in Italia e (soprattutto) in Europa. Quindi questo sarà un "anno di transizione". Lo ha già detto uno dei nuovi leader bianconeri, Bonucci. Lo vorrebbe dire Allegri, ma la società pare storca il naso. Parola d'ordine: "Alla Juve si punta a vincere, sempre". Anche se la Roma e l'Inter e forse non solo hanno costruito squadre più forti, per non parlare delle regine d’Europa, Bayern Monaco in testa. Marotta faccia una cosa: compri per Allegri la parola transizione e per il momento chiuda il caso così. 

    Giampiero Timossi

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