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Svilar: "Voglio restare alla Roma. De Rossi l'allenatore più importante della mia vita"
Perché non ha ancora firmato il rinnovo con la Roma e tante squadre la vogliono.
“Non capisco la fretta, ho un contratto fino al 2027. Non c’è bisogno di fare casino. Sembra che questa vicenda importi più a voi che a me. I soldi contano ma il posto in cui stai bene e in cui vedi un progetto conta di più”.
Quindi resterà alla Roma anche nella prossima stagione?
“Io spero proprio di sì. lo voglio che sia così al cento per cento e lo vuole anche la mia famiglia. Siamo felicissimi a Roma e alla Roma”.
E cresciuto nell’Anderlecht insieme a Saelemaekers, che adesso ha ritrovato alla Roma.
“Corretto. Ma ci frequentavamo poco perché lui è di madrelingua francese e io olandese. Poi è arrivato il Benfica”.
Perché mollare il Belgio giovanissimo?
“Sicuramente non per denaro, avrei guadagnato di più all’Anderlecht. In realtà ero un ragazzino impaziente. Pensavo che partire potesse aiutarmi, in un percorso di crescita. Lì erano cresciuti Ederson e Oblak, due grandi portieri. Ho immaginato di poter ripetere il loro percorso”.
Torniamo a Roma. Anche questa scelta sembrava poco funzionale alla sua maturazione: per un anno e mezzo, solo panchina.
“Lo avevo messo in preventivo. E non ho niente contro Mourinho che aveva le sue gerarchie e preferiva puntare su Rui Patricio, tra l’altro un ragazzo top che mi ha aiutato anche dopo”.
Però nell’ultima partita di Mourinho a Milano giocò Svilar.
“Sì ma credo che se non ci fosse stato il cambio di allenatore la promozione non sarebbe stata definitiva”.
Quella è stata decisa da De Rossi
“Daniele è stato l’allenatore più importante della mia vita. Non dimenticherò ciò che ha fatto per me. Sin dalla prima settimana, quando mi comunicò che non avrei giocato ma che credeva in me. In sette anni nessuno mi aveva mai spiegato una decisione tecnica”.
Hai mai pensato di lasciare la Roma?
“Mai, sapevo che prima o poi il mio momento sarebbe arrivato. Al Benfica qualche volta ho pensato di cambiare, qui no”.