Redazione Calciomercato
Stadio Inter e Milan, adesso che succede? Tutte le ipotesi sul tavolo
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E adesso che succede? Ci risiamo. La partita per il nuovo stadio di proprietà di Inter e Milan rimane aperta ad ogni tipo di soluzione, dopo che le due società hanno ufficialmente respinto la proposta del sindaco di Milano Beppe Sala di concedere a WeBuild la ristrutturazione "light" di San Siro. Le due delegazioni hanno giudicato non congrua la valutazione sui costi da 400 milioni di euro e non hanno ritenuto sufficienti i benefici per un investimento di tale portata su una struttura risalente agli Anni Venti e che tra qualche decina d'anni necessiterebbe di un nuovo intervento. A questo punto, tornano in auge differenti scenari che Inter e Milan avevano preso in considerazione in passato, oltre ai piani alternativi che le due squadre milanesi hanno portato avanti più recentemente.
Al termine del vertice di Palazzo Marino conclusosi con un nullo di fatto, una delle indiscrezioni che hanno immediatamente preso piede - e che è stata ufficializzata da Sala - conduce all'ipotesi di rimettere in piedi il progetto di costruzione di un nuovo impianto esattamente a fianco del “Meazza”. Un progetto che era stato presentato esattamente 5 anni fa e che contemplava la demolizione di San Siro per edificare al suo posto uno stadio nuovo di zecca e aderente alle necessità dei due club di costruire pure edifici adibiti ad uso commerciali: dai ristoranti agli store ufficiali, passando per il museo. Una proposta molto dettagliata che aveva condotto ad una sfida tra due importantissimi studi di architetti – Populous e Manica-Sportium – chiamati a presentare le rispettive idee di rendering. Fra le due aveva avuto la meglio la Cattedrale di Populous, ma il piano si era incagliato a causa dei riscontri negativi sui volumi delle planimetrie per le aree ad uso commerciali e la durissima opposizione politica esercitata dai comitati no-stadio. “La proposta di Inter e Milan è di tornare sull’idea di un nuovo stadio nell’area di San Siro. Processo molto lungo. Ho rivisto quattro delibere, un dibattito pubblico, una delibera comunale, la resistenza all’idea del referendum. C’è dietro tanto lavoro, non si riparte da zero, ma da una serie di atti già fatti”, ha detto oggi Sala al termine del vertice in Comune.
C'è però un'altra situazione che non può non essere tenuta in considerazione, alla luce dell'articolo del Financial Times pubblicato nella giornata di ieri. Il fondo RedBird e il patron del Milan Gerry Cardinale spingono da tempo per una soluzione individuale, con un programma già avviato sia in termini di lavori – bonifica e recinzione di terreni acquistati – che di iter burocratico per l'area San Francesco di San Donato Milanese. Entro la fine del mese è prevista la messa in sicurezza della zona nella quale il club rossonero vorrebbe realizzare la sua nuova casa da 70.000 posti e nel frattempo impazza a San Donato il dibattito sui passaggi preliminari che condurranno alla Valutazione Ambientale e Strategica e al dibattito pubblico sia con gli enti coinvolti – Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano e Ferrovie dello Stato – sia coi cittadini. “L’assessore Comazzi ha richiamato le procedure stabilite dalla legge e ha confermato che a tutt’oggi, in mancanza della pubblicazione del rapporto preliminare da parte del Comune, non è possibile avviare la cosiddetta consultazione preliminare. Così facendo, il Comune impedisce a tutti gli aventi diritto, cittadini in primis, di intervenire e dire la loro”, ha dichiarato il consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra Onorio Rosati.
La pensa in maniera diametralmente opposta l'Assessore ai trasporti e ai lavori pubblici” Domenico Mistretta, uno degli esponenti più importanti della giunta guidata dal sindaco di San Donato Squeri: “Il Comune ha inviato la procedura di Vas a oltre 60 soggetti, i documenti relativi alla Vas saranno pubblicati quando la segreteria tecnica dell’Accordo di programma li avrà approvati e verrà quindi inoltrata formale documentazione a tutti i soggetti invitati, a quel punto ciascun cittadino potrà scaricarli e avanzare le proprie osservazioni, come prevede la procedura”.
E l'Inter in tutto questo? Ad oggi nessun esponente del fondo Oaktree, che a maggio ha rilevato il pacchetto di maggioranza dell'Inter da Steven Zhang, si è espresso sul tema dello stadio ma rimangono agli atti le recenti dichiarazioni dell'ad corporate Alessandro Antonello sull'ipotesi di realizzare un nuovo stadio nell'ex area Cabassi di Rozzano, in virtù del periodo di esclusiva sui terreni che è stato prorogato fino al 31 gennaio 2025.
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Al termine del vertice di Palazzo Marino conclusosi con un nullo di fatto, una delle indiscrezioni che hanno immediatamente preso piede - e che è stata ufficializzata da Sala - conduce all'ipotesi di rimettere in piedi il progetto di costruzione di un nuovo impianto esattamente a fianco del “Meazza”. Un progetto che era stato presentato esattamente 5 anni fa e che contemplava la demolizione di San Siro per edificare al suo posto uno stadio nuovo di zecca e aderente alle necessità dei due club di costruire pure edifici adibiti ad uso commerciali: dai ristoranti agli store ufficiali, passando per il museo. Una proposta molto dettagliata che aveva condotto ad una sfida tra due importantissimi studi di architetti – Populous e Manica-Sportium – chiamati a presentare le rispettive idee di rendering. Fra le due aveva avuto la meglio la Cattedrale di Populous, ma il piano si era incagliato a causa dei riscontri negativi sui volumi delle planimetrie per le aree ad uso commerciali e la durissima opposizione politica esercitata dai comitati no-stadio. “La proposta di Inter e Milan è di tornare sull’idea di un nuovo stadio nell’area di San Siro. Processo molto lungo. Ho rivisto quattro delibere, un dibattito pubblico, una delibera comunale, la resistenza all’idea del referendum. C’è dietro tanto lavoro, non si riparte da zero, ma da una serie di atti già fatti”, ha detto oggi Sala al termine del vertice in Comune.
C'è però un'altra situazione che non può non essere tenuta in considerazione, alla luce dell'articolo del Financial Times pubblicato nella giornata di ieri. Il fondo RedBird e il patron del Milan Gerry Cardinale spingono da tempo per una soluzione individuale, con un programma già avviato sia in termini di lavori – bonifica e recinzione di terreni acquistati – che di iter burocratico per l'area San Francesco di San Donato Milanese. Entro la fine del mese è prevista la messa in sicurezza della zona nella quale il club rossonero vorrebbe realizzare la sua nuova casa da 70.000 posti e nel frattempo impazza a San Donato il dibattito sui passaggi preliminari che condurranno alla Valutazione Ambientale e Strategica e al dibattito pubblico sia con gli enti coinvolti – Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano e Ferrovie dello Stato – sia coi cittadini. “L’assessore Comazzi ha richiamato le procedure stabilite dalla legge e ha confermato che a tutt’oggi, in mancanza della pubblicazione del rapporto preliminare da parte del Comune, non è possibile avviare la cosiddetta consultazione preliminare. Così facendo, il Comune impedisce a tutti gli aventi diritto, cittadini in primis, di intervenire e dire la loro”, ha dichiarato il consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra Onorio Rosati.
La pensa in maniera diametralmente opposta l'Assessore ai trasporti e ai lavori pubblici” Domenico Mistretta, uno degli esponenti più importanti della giunta guidata dal sindaco di San Donato Squeri: “Il Comune ha inviato la procedura di Vas a oltre 60 soggetti, i documenti relativi alla Vas saranno pubblicati quando la segreteria tecnica dell’Accordo di programma li avrà approvati e verrà quindi inoltrata formale documentazione a tutti i soggetti invitati, a quel punto ciascun cittadino potrà scaricarli e avanzare le proprie osservazioni, come prevede la procedura”.
E l'Inter in tutto questo? Ad oggi nessun esponente del fondo Oaktree, che a maggio ha rilevato il pacchetto di maggioranza dell'Inter da Steven Zhang, si è espresso sul tema dello stadio ma rimangono agli atti le recenti dichiarazioni dell'ad corporate Alessandro Antonello sull'ipotesi di realizzare un nuovo stadio nell'ex area Cabassi di Rozzano, in virtù del periodo di esclusiva sui terreni che è stato prorogato fino al 31 gennaio 2025.
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