Inter e Milan dicono no a Beppe Sala: rifiutata la ristrutturazione di San Siro
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Sono giorni caldissimi per il futuro di Inter e Milan: la questione stadio entra nel vivo. Dopo le indiscrezioni degli scorsi giorni, arriva una giornata chiave per l'avanzamento dei lavori, si è svolto oggi infatti un nuovo vertice in Comune con tutte le parti coinvolte. E, come preventivato dalle indiscrezioni di stampa degli ultimi giorni, le due società hanno ufficialmente espresso la loro contrarietà al progetto di ristrutturazione da 400 milioni di euro di San Siro.
VERTICE - Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha incontrato a Palazzo Marino i vertici dei club. Negli ultimi mesi, il primo cittadino ha spinto con forza in direzione dell'ammodernamento del "Meazza" e il confronto ha coinvolto anche i tecnici di WeBuild, che a giugno hanno consegnato lo studio di fattibilità sulla ristrutturazione di San Siro.
Per il Milan non c'era il presidente Paolo Scaroni (assente per motivi personali e di salute), c'era l'amministratore delegato Giorgio Furlani. Per l'Inter presente l'ad corporate Alessandro Antonello accompagnato dai rappresentanti di Oaktree, Katherine Ralph e Carlo Ligori.
ROZZANO E SAN DONATO - La riqualifica del vecchio San Siro non è l'unica pista sul tavolo. I nerazzurri sono aperti a più soluzioni, come l'area di Rozzano, mentre i rossoneri sono legati all'idea di procedere con i lavori a San Donato per un nuovo impianto.
LE PAROLE DI SALA - Al termine dell'incontro, il sindaco Sala ha confermato la decisione dei club: "È appena terminato l’incontro con le due squadre, presenti sia il management che i rappresentanti delle proprietà. Noto che anche con la nuova proprietà dell’Inter l’accordo e l’unità di intenti delle squadre è molto forte. Ed è una cosa positiva in sé - riporta Calcio e Finanza -. Le due squadre hanno fatto lunghe analisi di fattibilità tecnico ed economiche rispetto alla ristrutturazione di San Siro, partendo da WeBulid ma cercando di ficcare le ipotesi realistiche di ristrutturazione. Sono arrivate alla conclusione che non è ristrutturabile, o per lo meno a costi accessibili e che quindi non considerano l’ipotesi San Siro come si era pensato negli ultimi mesi fattibile. La loro proposta è di tornare sull’idea di un nuovo stadio nell’area di San Siro. Processo molto lungo. Ho rivisto quattro delibere, un dibattito pubblico, una delibera comunale, la resistenza all’idea del referendum. Quindi c'è dietro tanto lavoro, vedendola in positivo vuol dire che non si riparte da zero ma da una serie di atti già fatti e anche da un'espressione molto precisa del volere del consiglio comunale. Questa è l'idea. Per poter dire con certezza che si procederà in questa direzione ci son tre cose chiedono le squadre ed una che chiedo io. Le squadre chiedono queste tre cose: 1) qual è esattamente il valore di San Siro e delle aree essendo loro chiaro che questa valutazione è stata affidata con un carico formale che è stato fatto ad inizio agosto all'agenzia delle entrate. noi ci aspettiamo in questi giorni una prima valutazione che ripeto, in ottica di cessione di stadio e aree alle squadre. Il primo tempo è di esattamente di che valore si tratta, partendo dal presupposto che è evidente che quel valore è da un lato un vincolo, perché noi non possiamo cedere anche per un fatto di responsabilità amministrativa a un valore inferiore, ma non abbiamo nessuna intenzione di speculare su quel valore. Il valore che ci saranno per noi fa legge.
Seconda questione: capire più in dettaglio il vincolo della sovraintendenza in ottica di cambio di proprietà e qualora lo stadio diventasse delle squadre. A questo proposito abbiamo già fissato un incontro con la sovraintendenza e con le squadre per settimana prossima. La terza richiesta, alla luce di tutto ciò, i tempi per l'operazione. Quindi partendo da oggi, i tempi da qua al momento in cui loro possono diventare proprietari di stadio e di aree. Ci devono presentare un progetto abbastanza in breve termine, dove il progetto contiene da un lato il nuovo stadio, dall'altro una rifunzionalizzazione di San Siro rispetto alla quale non posso anticipare niente perché ci stanno lavorando, ma rispetto a questa le due squadre hanno mostrato grande disponibilità. Queste sono le tre cose che ci hanno chiesto Milan e Inter: valore, vincolo sovraintendenza e tempi.
Cosa ho chiesto ai club? Io ne ho chiesta una sola, e cioè ho detto: bene, noi lavoreremo per darvi il contesto di questi tre aspetti, ma poi per avviare operativamente le procedure io ho bisogno che quella sarà l'unica ipotesi per loro che rimarrà in campo. Quindi pare una richiesta totalmente ovvia. Incontro con grande serenità, posso dire che è chiaro che io ho lavorato per cercare di tutelare San Siro e la speranza che il progetto di WeBuild venisse accettato. Però questa è la mia volontà politica, i conti li fanno le due squadre, dopodiché gli investitori sono solo, dopodiché se mi dicono che avendoci lavorato approfonditamente pensano che la cifra per la ristrutturazione sia molto elevata e che a loro non conviene. Ineccepibile. Non posso eccepire nulla rispetto a questa loro decisione. Posso vedere positivamente comunque l'idea di rimanere a Milano, dobbiamo essere rapidi nel dare quello che loro chiedono ma ripeto, ho sottolineato più volte nel corso dell'incontro, nel momento in cui si dichiareranno soddisfatti delle informazioni che richiedono poi io chiederò di aver certezza che quella è la via, per tanti motivi. È chiaro che anche per i milanesi, anche per i tifosi questa è una lunga storia, ma non è facile realizzare stadi in Italia, c'è grande complessità, quindi se a questo punto questa deve essere l'idea, che l'idea sia ma senza altre incertezze.
San Siro diventerebbe di proprietà delle due società? Assolutamente. Dobbiamo fare un bando pubblico in cui metteremmo in vendita San Siro e le aree. Quindi assolutamente sì. Su cosa e su come rifunzionalizzeranno ci stanno lavorando.
Il passaggio di proprietà inciderebbe sul vincolo? Io credo che possa essere rimodulato, quindi parte del vincolo rimane ma che rimanga in mano pubblica. Poi in mano privata può cambiare qualcosa.
Quindi la città godrebbe di due strutture, una funzionante come stadio e una magari alleggerita? Sì.
La rifunzionalizzazione dell'area di San Siro? Non riesco a dire di più perché ci stanno lavorando e credo nella loro sincerità quando mi dicono che ci hanno lavorato veramente affondo sull'ipotesi di conservare San Siro. Quindi da qui riparto. La cosa positiva è che considerano comunque importante la presenza a Milano, la presenza nell'area importante, quindi oggi oggi io non sono in condizione di chiedere "Eh vabbè però a questo punto abbandonate le altre ipotesi" finché non gli do le informazioni che mi han chiesto"..
VERTICE - Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha incontrato a Palazzo Marino i vertici dei club. Negli ultimi mesi, il primo cittadino ha spinto con forza in direzione dell'ammodernamento del "Meazza" e il confronto ha coinvolto anche i tecnici di WeBuild, che a giugno hanno consegnato lo studio di fattibilità sulla ristrutturazione di San Siro.
Per il Milan non c'era il presidente Paolo Scaroni (assente per motivi personali e di salute), c'era l'amministratore delegato Giorgio Furlani. Per l'Inter presente l'ad corporate Alessandro Antonello accompagnato dai rappresentanti di Oaktree, Katherine Ralph e Carlo Ligori.
ROZZANO E SAN DONATO - La riqualifica del vecchio San Siro non è l'unica pista sul tavolo. I nerazzurri sono aperti a più soluzioni, come l'area di Rozzano, mentre i rossoneri sono legati all'idea di procedere con i lavori a San Donato per un nuovo impianto.
LE PAROLE DI SALA - Al termine dell'incontro, il sindaco Sala ha confermato la decisione dei club: "È appena terminato l’incontro con le due squadre, presenti sia il management che i rappresentanti delle proprietà. Noto che anche con la nuova proprietà dell’Inter l’accordo e l’unità di intenti delle squadre è molto forte. Ed è una cosa positiva in sé - riporta Calcio e Finanza -. Le due squadre hanno fatto lunghe analisi di fattibilità tecnico ed economiche rispetto alla ristrutturazione di San Siro, partendo da WeBulid ma cercando di ficcare le ipotesi realistiche di ristrutturazione. Sono arrivate alla conclusione che non è ristrutturabile, o per lo meno a costi accessibili e che quindi non considerano l’ipotesi San Siro come si era pensato negli ultimi mesi fattibile. La loro proposta è di tornare sull’idea di un nuovo stadio nell’area di San Siro. Processo molto lungo. Ho rivisto quattro delibere, un dibattito pubblico, una delibera comunale, la resistenza all’idea del referendum. Quindi c'è dietro tanto lavoro, vedendola in positivo vuol dire che non si riparte da zero ma da una serie di atti già fatti e anche da un'espressione molto precisa del volere del consiglio comunale. Questa è l'idea. Per poter dire con certezza che si procederà in questa direzione ci son tre cose chiedono le squadre ed una che chiedo io. Le squadre chiedono queste tre cose: 1) qual è esattamente il valore di San Siro e delle aree essendo loro chiaro che questa valutazione è stata affidata con un carico formale che è stato fatto ad inizio agosto all'agenzia delle entrate. noi ci aspettiamo in questi giorni una prima valutazione che ripeto, in ottica di cessione di stadio e aree alle squadre. Il primo tempo è di esattamente di che valore si tratta, partendo dal presupposto che è evidente che quel valore è da un lato un vincolo, perché noi non possiamo cedere anche per un fatto di responsabilità amministrativa a un valore inferiore, ma non abbiamo nessuna intenzione di speculare su quel valore. Il valore che ci saranno per noi fa legge.
Seconda questione: capire più in dettaglio il vincolo della sovraintendenza in ottica di cambio di proprietà e qualora lo stadio diventasse delle squadre. A questo proposito abbiamo già fissato un incontro con la sovraintendenza e con le squadre per settimana prossima. La terza richiesta, alla luce di tutto ciò, i tempi per l'operazione. Quindi partendo da oggi, i tempi da qua al momento in cui loro possono diventare proprietari di stadio e di aree. Ci devono presentare un progetto abbastanza in breve termine, dove il progetto contiene da un lato il nuovo stadio, dall'altro una rifunzionalizzazione di San Siro rispetto alla quale non posso anticipare niente perché ci stanno lavorando, ma rispetto a questa le due squadre hanno mostrato grande disponibilità. Queste sono le tre cose che ci hanno chiesto Milan e Inter: valore, vincolo sovraintendenza e tempi.
Cosa ho chiesto ai club? Io ne ho chiesta una sola, e cioè ho detto: bene, noi lavoreremo per darvi il contesto di questi tre aspetti, ma poi per avviare operativamente le procedure io ho bisogno che quella sarà l'unica ipotesi per loro che rimarrà in campo. Quindi pare una richiesta totalmente ovvia. Incontro con grande serenità, posso dire che è chiaro che io ho lavorato per cercare di tutelare San Siro e la speranza che il progetto di WeBuild venisse accettato. Però questa è la mia volontà politica, i conti li fanno le due squadre, dopodiché gli investitori sono solo, dopodiché se mi dicono che avendoci lavorato approfonditamente pensano che la cifra per la ristrutturazione sia molto elevata e che a loro non conviene. Ineccepibile. Non posso eccepire nulla rispetto a questa loro decisione. Posso vedere positivamente comunque l'idea di rimanere a Milano, dobbiamo essere rapidi nel dare quello che loro chiedono ma ripeto, ho sottolineato più volte nel corso dell'incontro, nel momento in cui si dichiareranno soddisfatti delle informazioni che richiedono poi io chiederò di aver certezza che quella è la via, per tanti motivi. È chiaro che anche per i milanesi, anche per i tifosi questa è una lunga storia, ma non è facile realizzare stadi in Italia, c'è grande complessità, quindi se a questo punto questa deve essere l'idea, che l'idea sia ma senza altre incertezze.
San Siro diventerebbe di proprietà delle due società? Assolutamente. Dobbiamo fare un bando pubblico in cui metteremmo in vendita San Siro e le aree. Quindi assolutamente sì. Su cosa e su come rifunzionalizzeranno ci stanno lavorando.
Il passaggio di proprietà inciderebbe sul vincolo? Io credo che possa essere rimodulato, quindi parte del vincolo rimane ma che rimanga in mano pubblica. Poi in mano privata può cambiare qualcosa.
Quindi la città godrebbe di due strutture, una funzionante come stadio e una magari alleggerita? Sì.
La rifunzionalizzazione dell'area di San Siro? Non riesco a dire di più perché ci stanno lavorando e credo nella loro sincerità quando mi dicono che ci hanno lavorato veramente affondo sull'ipotesi di conservare San Siro. Quindi da qui riparto. La cosa positiva è che considerano comunque importante la presenza a Milano, la presenza nell'area importante, quindi oggi oggi io non sono in condizione di chiedere "Eh vabbè però a questo punto abbandonate le altre ipotesi" finché non gli do le informazioni che mi han chiesto"..