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    Inter e Milan, cosa è cambiato sulla questione stadio: il nodo dei costi per il "nuovo" San Siro

    Inter e Milan, cosa è cambiato sulla questione stadio: il nodo dei costi per il "nuovo" San Siro

    • Redazione CM
    E' di oggi la notizia, portata all'attenzione dal Corriere della Sera, di una svolta importante sul tema stadio per Inter e Milan, che potrebbe portare entro circa un mese a mettere nero su bianco un accordo per la ristrutturazione di San Siro, mantenendo la convivenza tra i due club. Un'opzione che prende piede e che andrà approfondita venerdì, quando i due club incontreranno il sindaco Giuseppe Sala per approfondire la questione.

    Ma quali sono i costi e cosa si discuterà nell'incontro con il Comune?

    INSIEME A SAN SIRO - Una nuova scadenza, a breve termine, a ridosso della quale si attendono importanti novità sulla questione stadio, portata avanti per molto tempo con avvicendamenti vari che hanno portato prima le due società a varare la scelta di due stadi separati in località diverse (San Donato il Milan, Rozzano l'Inter), per poi ricongiungersi nell'idea di uno stadio condiviso che - più che un nuovo stadio costruito da zero - sembra andare nella direzione della ristrutturazione dell'iconica location di San Siro. Non solo lo stadio, ma anche le zone circostanti e le cosiddette facilities annesse: tutto all'interno di un grande piano d'azione che le due squadre di Milano si trovano a condividere.

    I COSTI - Cruciale all'interno di questa decisione è la questione dei costi. Se infatti per la costruzione di due stadi di proprietà i costi da sostenere per entrambe le società superavano quota 1 miliardo di euro, l'opzione di unire le forze appare assai più sostenibile e in linea con gli obiettivi di profitto di RedBird e della neo entrata Oaktree, nonché con la posizione del Comune di Milano. Entra quindi in scena WeBuild, il colosso italiano delle costruzioni (che a Milano si occupa anche della costruzione della nuova linea di trasporti M4), che nei mesi scorsi aveva presentato un progetto davanti alle tre parti interessate, stimando i costi per la ristrutturazione di San Siro intorno ai 400 milioni di euro. Una cifra ben inferiore a quanto sarebbe richiesto per la costruzione di uno stadio ex novo. L'ultimo aggiornamento, tuttavia, parla di costi sensibilmente più alti, che potrebbero lievitare fino a 700 milioni: un'opzione che in ogni caso è preferibile per i due club in quanto sarebbe spartita in parti uguali fra i club.

    SOSTENIBILITA' E PROFITTI - La linea da seguire per Inter e Milan sembra finalmente coincidere e avviarsi su una strada che possa rispettare gli obiettivi strategici di tutti. Sia RedBird, sia Oaktree hanno espresso la volontà di seguire un corso che tenga in grande considerazione sia la crescita societaria in termini di brand e bacino d'influenza, mantenendo sempre in primo piano l'idea di massimizzare i profitti. Per fare ciò, quella dello stadio condiviso appare dunque la scelta migliore, come sottolineato anche dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che nel pomeriggio ha parlato di questa via come di un'opzione preferibile "anche dal punto di vista della sostenibilità". Ecco che quindi, appurate le posizioni dei due club, la partita va avanti e si sposta negli uffici del Comune, con l'importante incontro con Sala in programma per venerdì.

    I TEMI DELL'INCONTRO - Nel faccia a faccia in scena tra due giorni, a cui presenzieranno Paolo Scaroni (presidente Milan) e Alessandro Antonello (CEO Inter), ci sarà la possibilità di confrontarsi sull'effettiva fattibilità del progetto in termini di conciliazione dello stesso con gli impegni sportivi delle due squadre e per quanto riguarda gli obiettivi a lungo termine. In pratica, bisognerà definire le eventuali tempistiche per gli interventi di ristrutturazione, in modo che questi non vadano ad ostacolare gli appuntamenti di Inter e Milan a Siro, permettendo di continuare a giocare in contemporanea con i lavori, un po' come fatto dall'Atalanta al Gewiss Stadium, sebbene più in grande per una questione di capienza e grandezza delle strutture. In questo senso, invece, è inevitabile la rinuncia alla disputa della finale di Champions League 2027, viste le richieste della UEFA di non avere lavori in corso per la disputa dell'atto finale della competizione europea. Bisognerà definire poi, l'inserimento di questo piano di ristrutturazione nell'ambito di una strategia di pianificazione futura: se si interverrà bisognerà farlo con la consapevolezza che - trattandosi comunque di uno stadio di una certa età - saranno verosimilmente necessari ulteriori interventi nei decenni a venire. Un colloquio che si preannuncia comunque costruttivo e che soprattutto potrà fare da crocevia all'inizio di un nuovo capitolo nella vicenda legata a San Siro, in un contesto in cui - per la prima volta - tutte le parti sembrano spingere nella stessa direzione

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