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    Stadio Flaminio, un ex sindaco di Roma contrario al progetto della Lazio

    Stadio Flaminio, un ex sindaco di Roma contrario al progetto della Lazio


    Oltre a Juventus - Lazio di stasera, oggi in casa biancoceleste c'è un altro tema che tiene banco nel dibattito sui media. Sono le parole dell'ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, che si è espresso in maniera molto scettica sul progetto di rifacimento dello stadio Flaminio. In carica dal 1993 al 2001 come primo cittadino della Capitale, anche lui si è occupato in passato dell'annosa questione dell'impianto che già all'epoca avrebbe avuto bisogno di un piano di interventi di riqualificazione. Negli anni però i problemi sono lievitati e oggi, a suo modo di vedere, l'idea del presidente della Lazio, Claudio Lotito, di realizzare un impianto da 50mila posti in quell'area urbana di Roma non è realizzabile.

    OPERA IRREALIZZABILE -Solo da un’ignoranza totale della realtà romana, aggiunta a una certa irresponsabilità urbanistica, può venire l’idea di trasformare il Flaminio in un’arena per concerti da 50mila posti” è il pensiero di Rutelli, espresso ai microfoni di Radio Laziale. Il riferimento ai concerti è legato alla volontà di Lotito di legare la valorizzazione dell’ipotetica nuova struttura al lavoro di una nota agenzia internazionale, leader mondiale nell’organizzazione e gestione di grandi eventi. Rispetto agli anni ‘90 l’intero quartiere Flaminio ha cambiato completamente faccia e altri progetti in aree limitrofe allo stadio stanno pian piano prendendo forma. “Nel raggio di poche centinaia di metri si è deciso di trasformare le caserme di via Guido Reni in uno sviluppo immobiliare – ha spiegato ancora Rutelli - È un’area urbana priva di infrastrutture, non ci sono parcheggi. Il vecchio Flaminio era autorizzato per 24mila posti, ma non c’erano l’Auditorium e il Maxxi (Museo dell Arti del XXI secolo, ndr)”.

    INFRASTRUTTURE - Il nodo principale è quindi la carenza di infrastrutture (altro problema atavico della città di Roma),  secondo l’ex primo cittadino; il quale però propone anche un’idea alternativa: “Perché la Lazio non fidelizza l’Olimpico?”. Poi il racconto di quando già Cragnotti voleva dare alla società biancoceleste una propria casa: “Quando mi chiese un consiglio per localizzare lo stadio della Lazio, per il quale lui ci avrebbe messo i soldi, io, che già non ero più sindaco, suggerii la zona di Tor Vergata dove nel frattempo sono state portate tutte le infrastrutture (in realtà sono stare realizzate solo le strade, i parcheggi e le fermate per gli autobus; altre opere, come la metropolitana, benché in progetto da anni, ancora mancano, ndr). Era un terreno pubblico e non c’era possibilità di speculazione. Qua invece mi pare di capire che per far tornare i conti per il Flaminio, i soldi li mettono quelli che investono sui concerti; ma un’opera del genere non si può fare in un quartiere che ha solo otto aree di parcheggio in totale. Si deve trovare una soluzione intelligente, la trasparenza esige che si dica da dove arrivano i soldi. Non si può fare su Viale Tiziano, famo ride!”

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