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    Speziamania: Vincenzo come Orazio, ha eretto il suo monumento.

    Speziamania: Vincenzo come Orazio, ha eretto il suo monumento.

    • Gianni Salis
    Un’impresa titanica. Incredibile e proprio per questo già leggenda. Con un gruppo che è andato oltre i propri limiti ed oltre a quelli imposti da una stagione a dir poco sconvolgente. Lo Spezia scrive senza dubbio la pagina più nobile, romantica ed autentica della stagione e che è collegata con un filo rosso nemmeno tanto sottile a quella altrettanto nobile che 77 anni prima compirono i Vigili del Fuoco fregiandosi del titolo.


    Allora sotto le bombe, quelle vere, usando, i Campioni del ’44, un’autoclave come mezzo di trasporto, oggi  invece, dopo aver vinto un campionato di B a fine agosto per presentarsi sul palcoscenico della A praticamente senza soluzione di continuità, con 21 debuttanti, giocando fuori casa per tantissimo tempo, l’assenza dei propri tifosi con un Picco che sarebbe stato ovviamente sold-out, avendo infortuni pesanti oltre ad una miriade di problemi tra cui la cessione societaria nel bel mezzo del mercato invernale, dove la squadra avrebbe potuto essere adeguatamente rinforzata. Oggi come allora il Torino a fare da comune denominatore.


    Dunque, se già la promozione, storica, in serie A, aveva destato stupore nel panorama della pedata nazionale, ora questa salvezza raggiunta addirittura in anticipo sulla fine del torneo, ha qualcosa di unico, e forse irripetibile, da tramandare ai posteri.


    Exegi monumentum aere perennius
     (Ho eretto un monumento più durevole del bronzo) declamava Orazio, dalle umili origini, nelle sue Odi, perché un giorno si racconterà di questo Spezia giovane e sbarazzino, rivoluzionario e sfrontato, che, arrivato per la prima volta in Serie A, ha meritato di restarci a testa alta. Sì, Vincenzo, anche tu dalle umili origini come il sommo poeta: il tuo monumento sarà più durevole del bronzo, stanne certo.
     

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