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    Speziamania: il 'Maestro' Carpanesi, l'asse mediano e le emozioni del Picco.

    Speziamania: il 'Maestro' Carpanesi, l'asse mediano e le emozioni del Picco.

    • Gianni Salis
    L’asse mediano.  Non si inventa nulla nel calcio: un portiere, due centrali (in difesa e a centrocampo), una punta. Ce lo ricordiamo benissimo quando il ‘nostro Maestro’, quello vero, Sergio Carpanesi allestiva con budget ridotti il suo Spezia di metà anni ’80: prima di tutto l’asse mediano. Poi tanti corollari che servono, eccome se servono, e che talvolta fanno pure la differenza (vedi Holm per esempio), ma alla fine, gira che ti rigira passa tutto da quei 4 lì, dalla cerniera centrale o spina dorsale che dir si voglia, che al giorno d'oggi nel nostro caso hanno i nomi ed i volti di Dragowski, Kiwior, Bourabia e Nzola. Anche contro la Sampdoria i 4 dell’Ave Maria hanno fatto la differenza, ognuno per quanto di competenza come si suol dire.
     
     
     
    Tre punti di un’importanza fondamentale perché oltre alla classifica portano un entusiasmo che poi fa lavorare con maggiore tranquillità e che non deve mai sfociare in appagamento. Sposiamo in pieno le parole di Sottil che nel presentare il match contro l’Inter ha sottolineato come “gli ingredienti sono sacrificio, fame, cattiveria agonistica, la disponibilità per il compagno, fare cento corse per lui, la ferocia nei contrasti. Questo è quello che dobbiamo fare. Poi sappiamo benissimo che l’avversario è molto forte, ma questo sarà un motivo che aggiungerà ulteriore cattiveria calcistica”. Ecco, lo Spezia visto con la Samp è stato questo, in cui ha colmato il gap tecnico con l’avversario.
     
     
     
    Era una delle gare spartiacque della stagione e come tale è stata affrontata. Col giusto piglio di fronte ad una squadra sicuramente talentuosa dalla cintola in su ma che comunque lasciava spazio a situazioni da poterle fare male. E così è stato. Holm ha fatto quello che ha voluto sulla sua fascia dall’alto dei suoi 191 cm e di una corsa naturale che ha maramaldeggiato sull’ex Augello. Gotti ha vinto non solo lì ma soprattutto con questi cambi continui di campo a cui la Samp non ha saputo porre un freno.
     
     
     
    Ma basta questo per spiegare il successo contro la Samp? No, non basta. Perché se Holm è stato determinante con le sue scorribande, altrettanto lo è stato il pubblico, che ha spinto e ruggito come da tempo non si vedeva. Sarà stata la presenza sugli spalti di una folta tifoseria, ex quasi-gemellata, ma sta di fatto che il Picco è tornato a fare il proprio dovere lasciando a casa i mugugni, alcuni legittimi ma molti fuorvianti, di questo inizio stagione. Perché alla fine non è importante l’euforia. E’ importante l’emozione. E al Picco quella non manca mai.
     

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