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    Speziamania: gioco, solidità, compattezza e mercato oculato, questo è il nostro Spezia

    Speziamania: gioco, solidità, compattezza e mercato oculato, questo è il nostro Spezia

    • Gianni Salis
     
    Per i soliti mugugnoni in salsa ligure, e spezzina in particolare, e per i nostalgici, ieri c’era sempre Carrarese-San Donato Tavernelle da andare a vedere, così per dire. Sì, partiamo da qui, proprio perché c’è ancora gente che dopo essersi esaltata per il mega mercato della Salernitana e di altre, criticando, in certi casi anche pesantemente la proprietà, ha perso di vista gli obiettivi del club e di una squadra che sicuramente paga dazio tecnicamente rispetto a molte ma che se non altro dà sempre tutto. E sempre in rapporto a ciò che può dare e a quello che gli avversari ti consentono di dare. Oramai lo ripetiamo da tre anni: quando si gioca per salvarsi, sicuramente il proprio destino resta racchiuso tra la 10ª posizione (nella migliore delle ipotesi) e la 20ª. Ad un turno dal giro di boa (domenica al Picco c’è la Roma) ecco che lo Spezia si ritrova 15° in piena linea di galleggiamento e teoricamente con tre punti ancora in ballo che potrebbero esaltare ulteriormente una classifica a cui obiettivamente mancano almeno tre punti (i due con l’Atalanta ed il punticino con la Fiorentina): ma va bene anche così.
     

     
    La seconda vittoria in trasferta consecutiva ottenuta dopo quella di Verona prima della lunga sosta per i mondiali, le 5 partite consecutive senza sconfitte (stabilendo il proprio nuovo piccolo record nella massima serie), la terza gara conclusa senza subire gol, senza dimenticare poi che finalmente la squadra non si è fatta rimontare e ribaltare testimoniano che la squadra, per quello che può dare, va che è un piacere e la società sta intervenendo in maniera oculata sul mercato e che si è tornati a vincere: questo è sicuramente il nostro Spezia, queste sono le nostre Aquile.
     
     
    Non siamo mai stati teneri con Gyasi. Lo ammettiamo. Tecnicamente secondo noi non vale ancora la serie A. Ma è vero anche altro. La voglia, la corsa e se vogliamo da almeno 4-5 gare a questa parte, il modo diverso di stare in campo lo hanno portato a sfruttare meglio le proprie doti ed il proprio attaccamento alla maglia, quello impareggiabile come pochi altri. Da ‘generoso’ e poco altro, ora il ragazzo agisce meglio da seconda punta senza tralasciare i propri compiti difensivi (il salvataggio su Palomino di due settimane fa). Ha modificato, grazie a Gotti, il modo di stare in campo: il gol con l’Atalanta quello negatogli dalla traversa ieri a Torino. Sarebbe stato un giusto premio per un’altra prestazione maiuscola. Avanti così Emanuel.
     

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