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    Speziamania: Aquile imbarazzanti a Bologna

    Speziamania: Aquile imbarazzanti a Bologna

    • Gianni Salis
    Imbarazzante, impresentabile, inguardabile. Tre aggettivi  che descrivono, forse non del tutto, la prova di una squadra totalmente assente. Nel gioco, nelle idee, nella capacità di correre e di gestire (è un eufemismo) il pallone in ogni zona del campo. In somma, in tutto. Lasciamo perdere le assenze e gli infortuni che sembrano accanirsi sul gruppo, perché quello che è mancato è proprio il modo corretto di stare in campo: sempre a rincorrere. E di fronte, con tutto il rispetto, c’era il Bologna che ha fatto un figurone.



    Non uno straccio di giocata per 45’ (qualcosa di meglio nella ripresa), non per 5’ o 10’, perché un momento delicato in una gara ci può stare, ma per un tempo intero, il primo, che è stato nullo, ripetiamo, imbarazzante, in cui si è assistito ad una squadra a dir poco compassata che si è affidata unicamente a lanci lunghi senza una logica. Ha senso giocare palloni alti verso Agudelo? Si è voluto proseguire sul medesimo canovaccio di sempre pur sapendo che Nzola è assente e che Holm è uscito anche oggi anzitempo e stremato, proprio perché sempre utilizzato. Ma a prescindere da questo, può una squadra avere un unico modo di stare in campo, di giocare, di proporsi, a prescindere dagli interpreti che si manda in campo? Ovvio che no.


    Eppure pare proprio così. Lancio lungo su Holm e stop. E così tutto diventa fin troppo facile per l’avversario di turno, talmente elementare che restiamo a bocca aperta di come una squadra di serie A possa presentarsi a giocare sempre e soltanto col solito canovaccio. Senza nemmeno provarci a cambiare le cose, se non dall’inizio, almeno a gara in corso. Perché oramai le misure te le hanno prese tutti, ma proprio tutti.
     
     

    Tra nove giorni, al Picco, la sfida peggiore ed il cliente peggiore che potesse capitare, ancor di più con una rosa decimata da infortuni e squalifiche e c’è il concreto rischio di prendere un’imbarcata. Ma non è questo il punto. Il punto è che è impensabile proseguire su questa falsariga con questi interpreti per questa filosofia di gioco allorquando manca Nzola o chi per lui, perché dopo il Napoli ci sarà la trasferta di Empoli, sulla carta altra squadra che come il Bologna appare alla portata per strappare almeno un punto.


    Mancano 18 gare e bisogna fare almeno altrettanti punti per provare a compiere il 3° miracolo consecutivo in serie A, tanto più che il ‘Normal-one’ non dispone finora della stessa buona sorte dei suoi predecessori. Non bisogna fare drammi? Certo che no, anche perché c'è ancora un tesoretto su cui far conto ma che non può essere eroso in modo repentino, tesoretto frutto di una percorso solido e spesso anche convincente, ma ora è  doveroso aprire gli occhi e guardare dritta in faccia la realtà delle cose, perché i punti salvezza passano da trasferte come quelle di Bologna, altrimenti bisogna sperare che nessuna delle inseguitrici in classifica si riprenda e che fiocchino penalità in termini di punti come i coriandoli a San Paolo del Brasile durante il Carnevale.
     

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