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    SOLO JUVE, Franchi a CM: 'Vi racconto di quando Zidane disse a Moggi: a Istanbul non ci vado. Pogba? Resta se...'

    SOLO JUVE, Franchi a CM: 'Vi racconto di quando Zidane disse a Moggi: a Istanbul non ci vado. Pogba? Resta se...'

    • Gianluca Minchiotti

    Champions League 1998-99, Galatasaray-Juventus: la partita blindata, soverchiata a livello mediatico dal 'caso Ocalan', che all'epoca creò un incidente diplomatico molto serio fra Italia e Turchia. Massimo Franchi, giornalista di Tuttosport, profondo conoscitore del mondo Juve e del calcio internazionale, in quel periodo era inviato al seguito di tutte le trasferte europee dei bianconeri. Ai microfoni di Calciomercato.com, per la rubrica SOLO JUVE, Franchi parte proprio da quell'episodio per raccontare la sua Juve.

    Cosa ricorda della trasferta a Istanbul del 2 dicembre del 1998?

    "La classica tempesta in un bicchier d'acqua. Non voglio dilungarmi sul caso Ocalan, perché quelle sono cose più grandi di noi, che riguardano la politica internazionale. Mi ricordo un imponente cordone di polizia e militari, dall'aeroporto allo stadio, a fare da scorta alla Juventus fino allo stadio Ali Sami Yen. Ma poi in realtà non accadde nulla: tanta tensione, città e stadio blindati, ma alla fine filò tutto liscio. Mi ricordo che il più spaventato, alla vigilia, era Zidane, che disse: "A Istanbul non ci vado". Alla società, a Moggi, Giraudo e Bettega, la cosa non piacque, lo calmarono. L'estate dopo poi Zizou andò in Turchia in vacanza, con la famiglia. Sul mare, col caicco, bello tranquillo...".

    E quella fra il Gala di Roberto Mancini e la Juventus di Antonio Conte, che gara sarà?

    "L'atmosfera sarà calda, ma niente a che fare con quella volta, anche perché non si gioca più al vecchio Ali Sami Yen, ma nel nuovo Türk Telekom Arena, nel quale il pubblico è un po' meno a ridosso del campo. Per quanto riguarda la gara, e il conseguente esito del girone, sono d'accordo con quanto ha detto Conte: se la Juve non riesce a uscire da Istanbul con uno dei due risultati che le servono, è giusto che saluti la Champions League. Personalmente, poi, credo che i campioni d'Italia siano nettamente superiori a questo Galatasaray. E' anche vero che, come diceva Brera, il calcio è un "mistero agonistico", ma credo che in questo girone di Champions il suo dazio con la sfortuna la Juve lo abbia già pagato. A Copenaghen in particolare".

    Il pericolo numero uno per i bianconeri si chiama Didier Drogba...

    "Giocatore straordinario, uno che la coppa due anni fa se l'è portata a casa quasi da solo, battendo con il suo Chelsea il Barcellona in semifinale e il Bayern in finale, a Monaco. Ma anche lui non è un highlander e contro la carta d'identità non si combatte. E lo stesso discorso vale per Sneijder. E poi c'è quel Felipe Melo, per il quale quei 25 milioni spesi dalla Juve di Secco e Blanc per strapparlo alla Fiorentina gridano ancora vendetta...".

    Al centro dell'attacco bianconero, invece, ci sarà Fernando Llorente, una scommesse ormai vinta dalla società e da Conte.

    "Conte a inizio stagione ha lasciato parlare la stampa, specialmente quella spagnola, che vedeva l'ex Athletic già in partenza da Torino, e lo ha saputo aspettare e recuperare. In questi aspetti del suo lavoro, Conte è maniacale, è il Mourinho italiano. Con Llorente ha fatto un lavoro fantastico. Allo stesso modo, è stato bravo a tenere vive le motivazioni della squadra, quando c'era il rischio 'pancia piena', e a sistemare tutta quella serie di situazioni che avevano portato la Juventus, nelle prime giornate di campionato, a trovarsi spesso in vantaggio a inizio gara, e poi costretta al recupero".

    E poi c'è il fenomeno Pogba, che settimana scorsa Tuttosport ha premiato con il Golden Boy 2013, il premio che annualmente il quotidiano torinese assegna al miglior calciatore Under 21 a livello europeo. Come definirebbe il giovane talento francese? Chi le ricorda fra i grandi del passato?

    "Non mi ricorda nessuno, Pogba è Pogba. Si fa spesso il paragone con Vieira, ma Vieira era più statico e meno tecnico: se Vieira era un 'pugile', Pogba è un 'quattrocentista' da atletica leggera. Ha quel fisico e quel cambio di passo. Marco Tardelli era uno così: cambio di passo, tecnica, gol. E giocava a tuttocampo, come Pogba. La definizioni migliore di Pogba, comunque, l'ha dato un collega del Mirror, fra i giurati del Golden Boy: Pogba è il peggior errore della carriera di Sir Alex Ferguson".

    Nella stagione 2014-15 Pogba sarà ancora in bianconero?

    "Dipende molto dai piani della Juventus. Se Beppe Marotta riuscisse a fare un altro colpo alla Tevez e ad aggiungere altri due o tre tasselli importanti a questa squadra, in modo che a settembre 2014 si possa parlare della Juve come di una delle favorite della prossima Champions, allora Pogba avrebbe validi motivi per restare. Ma se i piani dei bianconeri non fossero di altissimo livello, non escludo che a giugno Pogba e Mino Raiola si possano presentare in sede dicendo: qui ci sono 45 milioni per voi da questo club, voi mi avete preso a parametro zero, cosa facciamo? In ogni caso, al di là della prossima stagione, o delle prossime due stagioni (Pogba ha un contratto con la Juve fino al 2016), nel calcio di oggi è impensabile che un giocatore così giovane e forte resti per tutta la sua carriera in un club. E' successo anche a Cristiano Ronaldo: dopo sei anni al Manchester United se ne è andato al Real Madrid. Con i Red Devils, nel frattempo, CR7 ha vinto una Champions: spero che prima di lasciare la Juve, anche Pogba faccia altrettanto...".

    Ultima domanda sull'undici ideale: qual è la formazione ideale della Juventus secondo Massimo Franchi, considerando tutti i bianconeri che ha visto giocare? (La mia è un 3-4-3: Zoff; Ferrara, Scirea, Cannavaro; Causio, Tardelli, Zidane, Nedved; Platini, Del Piero, Vialli).

    "La mia fondamentalmente è la Juve dei Palloni d'Oro, con un modulo un po' particolare, un 3-2-4-1: Buffon; Gentile, Scirea, Cannavaro; Nedved, Tardelli; Platini, Zidane, Baggio, Sivori; Rossi".   


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