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Sibilia: 'Il nuovo ct della Nazionale? Prima un nuovo governo del calcio'
Il calcio italiano ha raggiunto il punto più basso e può solo risalire?
“La brutta serata di Milano con l'esclusione da Mondiale rappresenta il massimo della negatività. Tutti dobbiamo trovare il modo di far risorgere il nostro calcio. Si ripartirà dalla Nazionale e dalle riforme”.
Quale sarà il primo atto forte che intende adottare da presidente?
“Innanzitutto cerco di portare avanti il recupero di coesione e unità. La centralità è il Consiglio Federale con la divisione dei ruoli tra la sfera decisionale e quella dell'agire”.
Ci dice la differenza sostanziale fra le tre candidature oggi in campo?
“Io rappresento l'area di base, la sterminata area dei dilettanti. Questa base mi ha voluto fortemente. Rifiuto l'idea che ci sia una visione riformista e una conservatrice, non ci sono differenze. La Lega Nazionale Dilettanti ha dimostrato di essere al passo con i tempi”.
Crede che da qui al 29 gennaio vi sia margine per una candidatura unitaria?
“Oggi c'è una riunione molto importante dell'Associazione Italiana Calciatori e da lì capiremo piani e strategie di Tommasi e di quella componente. Auspico convergenze che sono possibili”.
Tutti si aspettano riforme nel calcio: dove cominciare e dove finire?
“Dobbiamo ripartire dal rilancio del calcio giovanile. Penso al potenziamento dei centri federali, alla valorizzazione dei talenti, al Club Italia coinvolgendo un ex calciatore, a premiare le eccellenze fino all'apertura al calcio di vertice e alla riforma dei campionati professionistici”.
Ha già in mente il nuovo commissario tecnico della Nazionale?
“No, non se ne parla. Prima servono un presidente e un governo del calcio”.