Serie C, i segreti del 'fenomeno Picerno': dal presidente-tycoon alla stella che giocava con Insigne
Tutto è nato nel segno del patron Donato Curcio, 81 anni, appassionato di calcio che nel lontano 1951 decise di lasciare la sua terra per cercare fortuna al di là dell’oceano. Una valigia carica di speranze e di aspettative. A Buffalo (dove risiede tuttora), città dello Stato di New York, mise su un’azienda per la progettazione e produzione di macchine adibite alla decorazione di prodotti in plastica. Cominciò così la sua ascesa, sbarcando nell’economia americana di rango, fino a diventare il tycoon della multinazionale creata con tanti sacrifici. “La Lucania produce ingegni che conservano un profondo sentimento di famiglia” soleva dire il giornalista vicentino Guido Piovene: è stato così anche per Donato Curcio che non ha mai dimenticato la sua Picerno, la sua gente, i suoi amici. Un cordone ombelicale indissolubile che ha trovato nell'arte pedatoria la linfa vitale per creare una realtà unica nel suo genere. Il primo passo fu la totale ristrutturazione del vecchio campo sportivo una quindicina di anni fa. Dagli Usa, l'inossidabile presidente donò quasi un milione di euro per rifare il terreno di giuoco in erba sintetica, le tribune, gli spogliatoi. Da allora lo stadio, che è stato ulteriormente ammodernato nel 2021 per adeguarlo ai parametri della C, porta il suo nome, “Donato Curcio”.
Per il Picerno, abituato a fare l’ascensore tra Eccellenza e Promozione, la vera e magica avventura è cominciata dalla serie D, con il campionato vinto per la prima volta nella stagione 2018-19 che ha significato lo storico approdo felice nel calcio che conta. L’intrepido e ineffabile signor Curcio, dall’altro capo del mondo ha finanziato e costruito insieme ad alcuni soci del posto e a degli sponsor lungimiranti il “fenomeno Picerno”. Nel 2019-20 la formazione rossoblù ottenne la salvezza in C vincendo i playout, ma venne poi retrocessa all’ultimo posto per gli esiti nefasti della combine con il Bitonto del precedente campionato; una brutta pagina che lasciò tanta amarezza nel cuore di Donato Curcio che dall’America decise di sollevare dall’incarico quasi tutta la vecchia dirigenza per ricostruire e rilanciare l’immagine dell’AZ Picerno. La riammissione in serie C nel luglio 2021 ha riportato in auge il team della “Leonessa” tornato a ruggire, anche in virtù dei playoff disputati nelle ultime due stagioni. Un paio di volte l'anno il presidente torna a Picerno per seguire da vicino le gesta della sua squadra.
La società continua ad operare con oculatezza, capace di allestire squadre competitive e ben organizzate, intorno alla “stella” Emmanuele Esposito, 32enne capitano fantasista e illuminante suggeritore oltre che goleador, cresciuto nelle giovanili del Napoli insieme a Lorenzo Insigne. Proprio l’ex attaccante partenopeo tempo fa disse di lui: “Emmanuele era! fortissimo sin dalle giovanili del Napoli dove abbiamo giocato insieme. Un calciatore dotato di grandi qualità, con una tecnica sopraffina. Riusciva a spostare la palla in un battibaleno. Forse, avrebbe maritato una carriera a più alti livelli, anche se a Picerno probabilmente ha trovato la sua dimensione”. Un esempio di attaccamento alla maglia e di dedizione: da ben 11 stagioni Esposito, partito dall’Eccellenza, difende i colori rossoblù, cosa ormai assai rara nel calcio di oggi. Un funambolo dai piedi buoni che ha sposato la causa del Picerno diventando una specie di totem del paesino lucano dove ha messo su famiglia. Un rapporto in perfetta simbiosi con una realtà che gli calza a pennello, anche per il grande affetto che i tifosi e non solo hanno nei suoi confronti. L'estate scorsa il capitano ha prolungato il contratto con la società rossoblù fino al 30 giugno 2025. Tra il presidentissimo Donato Curcio e l’alfiere Emmanuele Esposito, il Picerno è davvero in buone mani.