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    Segnale Kean, l'Italia riparte dalle retrovie. Frattesi e Barella come Del Piero e Totti: o uno o l'altro

    Segnale Kean, l'Italia riparte dalle retrovie. Frattesi e Barella come Del Piero e Totti: o uno o l'altro

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Frattesi, ancora lui. Sempre lui. Sesto gol personale sotto la gestione azzurra di Spalletti. Una media da bomber titolare fisso. Invece si tratta di un’alternativa che - sia chiaro - non è un’offesa. Semplicemente una constatazione amichevole. Comunque alternativa, sia in azzurro che in nerazzurro, perché non si riesce a farlo giocare assieme a Barella. Questione di caratteristiche tecniche, tattiche e atletiche. Inzaghi ha pregiate opportunità, scienziati di calcio come Çalhanoğlu e Mkhitaryan. Spalletti, no, con tutti il rispetto per Ricci, Tonali, Fagioli e compagnia azzurra. Ma si era visto anche all’Europeo: i due, appunto Barella e Frattesi, sono tipo Totti e Del Piero, con le dovute proporzioni. Per intendersi, insomma. Meglio se gioca uno. Oppure l’altro. Comunque non tutti e due assieme.



    Se l’Italia avesse la stessa abbondanza anche in altri ruoli… Il rimpianto resta in sospeso, perché le vittorie su Francia e Israele non consegnano alla Nazionale nuovi eroi, non esageriamo. Ma giocatori validissimi, sì. Tonali e Ricci sono facili da menzionare. Kean, no. Ci vogliono coraggio e personalità per uscire dai luoghi comuni consacrati perfino dal mercato. Kean è un attaccante in crescita di stima generale e autostima personale. A 13 milioni più bonus, la Fiorentina ha fatto un affarone. Eppure era la obbligata terza scelta nella Juve del pagatissimo Vlahovic. Come del resto Frattesi è la quarta/quinta scelta del centrocampo interista. Due segni del destino. Due metafore, Frattesi e Kean, dell’Italia che riparte dalle retrovie. Rincorre. E vince.

    @sandrosabatini

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