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     "Se al posto di Motta ci fosse stato Allegri...": 3 anni alla Juventus non sono 3 partite, la tiritera non attacca

    "Se al posto di Motta ci fosse stato Allegri...": 3 anni alla Juventus non sono 3 partite, la tiritera non attacca

    • Simone Eterno
      Simone Eterno
    "Se le avesse fatte Allegri tre partite così, apriti cielo". Chiunque si approcci a questo pezzo, ne siamo certi, è perché in questi giorni si è visto dire, almeno una volta, da amici, parenti, colleghi o affini, queste semplici parole. Era inevitabile. In quel gioco delle parti in cui si è trasformato l'opinionismo, nella polarizzazione non richiesta - ma evidentemente necessaria - allo sviluppo del (tossico) dibattito contemporaneo, l'allegrismo - altra definizione aberrante - era lì alla finestra, in attesa di quella folata di vento per poter rientrare prepotente nelle case degli italiani.

    Del resto non serviva Nostradamus per prevederlo. Ne eravamo stati facili profeti perfino noi, già in estate su queste pagine. A Thiago Motta sarebbe servito tempo - e non poco - per provare a imporre la propria idea e, ai primi tentennamenti, chiaramente, sarebbe tornato il passato ingombrante di Massimiliano Allegri e dei suoi successi. Perché due esoneri - evidentemente non sufficienti - sarebbero stati territorio di vendetta per coloro i quali continuano a percepire l'addio della Juventus ad Allegri come un'ingiustizia, un'onta da dover lavare ogni qualvolta sopraggiunga una sconfitta, quando va peggio un pareggio. Figuriamoci con tre consecutivi e per giunta col punteggio di 0-0, marker evidentemente esclusiva di quel cortomusismo di allegriana memoria. Un anno fa di questa Juventus avrebbero decantato la solidità di un gol incassato in sei partite. Oggi, gli stessi, gridano ovviamente allo scandalo. Personaggi in cerca d'autore, per restare di nuovo in tema, in quello spazio mediatico ormai a disposizione di tutti: un telefono, una connessione internet, un account a una qualsivoglia piattaforma e il gioco è fatto, chi la spara più grossa, vince.

    Ecco, si potrebbe casomai ricordare ai nostalgici degli aneddoti sull'ippica, per onestà intellettuale, che '3' non sono il numero di partite bensì quello degli anni avuti a disposizione dal precedente inquilino nel suo bis sulla panchina bianconera. E che fine settembre è più tempo di funghi in realtà che per i processi. Attività all'aria aperta per giunta che porterebbero un sicuro beneficio alle stantiee idee di chi insiste nel rimanere ancorato a un passato che non c'è più. E che non c'è più per un motivo ben chiaro.

    Che la Juventus di Thiago Motta poi non brilli e sia un cantiere a cielo aperto, beh questo è evidente. Come evidente è che le somme e un primo bilancio serio - sottolineiamo 'serio' - le si potranno tirare quando metteremo via quei cappottini che solo in questi giorni abbiamo iniziato a tir fuori dagli armadi, almeno se ci leggete da Bologna in su; quando insomma i vari acquisti arrivati in estate saranno parte integrante di una Juventus che per ora continua ad affidarsi al passato. Quest'ultimo, casomai, sarebbe un tema interessante da trattare se proprio volessimo discutere questo primissimo operato di Motta: come mai così poca fiducia nei nuovi arrivati, soprattutto a centrocampo. Ma comprendiamo che il "se li avesse fatti Allegri", certo, tira di più. Magari, allora, la prossima volta.

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