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    Scuffet: "In panchina dopo il no all'Atletico Madrid, dura rialzarsi"

    Scuffet: "In panchina dopo il no all'Atletico Madrid, dura rialzarsi"

    Simone Scuffet si racconta fra passato e presente. Il 28enne portiere italiano del Cagliari ha dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera: "Mi sento maturo. L'esperienza aiuta a gestire le situazioni: se prendi ogni cosa nel modo giusto, la affronti molto meglio. Mi piace analizzarmi, ma sono critico al punto giusto: esserlo troppo può diventare un freno. Ci vuole equilibrio". 

    UDINESE - "La competizione con Vicario, Meret, Provedel e Perisan? Siamo molto amici, ma il livello era davvero alto e la competizione c'è sempre stata: la scelta che fece Vicario di andare a giocare in Serie D perché aveva davanti Meret e Perisan, è stato un esempio di coraggio". 

    RAGIONIERE - "La maturità andò bene, presi 72/100: nonostante tante cose dette e scritte, ci tengo a dire che la scuola l'ho finita perché era giusto. Ma non ha mai influito nelle scelte della carriera. I nuovi guanti vanno sciacquati bene, perché altrimenti sono molto scivolosi. I palloni sono sempre più veloci, la presa si vedrà sempre meno. Non tutti gli allenatori hanno la voglia di immedesimarsi in un mondo a parte. Nicola ad esempio ha grande curiosità, si avvicina per vederci lavorare in allenamento, fa domande. E questo fa bene al nostro ruolo". 

    NO ALL'ATLETICO MADRID - "È stata una scelta particolare, volevo continuare il mio percorso a Udine e il giudizio degli altri è stato condizionato dal fatto che l'anno dopo sono rimasto in panchina. Ma in quel momento lì non si poteva sapere. Non posso dire che un ragazzo di 17-18 anni viva queste cose a cuor leggero. Non tutti avrebbero fatto le scelte che ho fatto, ma sono orgoglioso del percorso che mi ha portato qui e spero di migliorarlo ancora. Nella vita se uno fa le cose seriamente prima o poi arriva a raccogliere i risultati. Però c'è una condizione: non bisogna mollare mai, non bisogna tirarsi indietro neanche un giorno, perché una parata, un allenamento, una partita possono cambiarti la carriera". 

    CIPRO E ROMANIA - "Ci sono stati dei momenti in cui speravo di trovare più continuità e di avere occasioni che non sono arrivate. Dentro di me c'è sempre stata voglia di lavorare per ottenere qualcosa in più e dimostrare che gli altri, come a Udine, si stavano sbagliando. Anche per questo ho fatto scelte che sono state considerate in modo negativo, come quella di ripartire da Cipro. Ma quell'esperienza mi ha dato tanto. Ho ricominciato un po' da zero e per ritrovare continuità e fiducia. A Cagliari è il mio momento migliore? Sì, ma già in Romania mi sentivo molto bene. Tornare ad essere un portiere di Serie A, non perché volessi tornare in Italia ma per il livello del gioco, era quello che volevo". 

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