Scommesse, l'ultimo obbrobrio Figc: Doni condannato senza prove, ma solo perchè conosceva alcuni scommettitori
di Xavier Jacobelli
Direttore www.quotidiano.net
I giudici della Corte Federale ci hanno messo 1 mese e 17 giorni per mettere nero su bianco quello che sapevamo già: e cioè che, per il caso scommesse, Cristiano Doni è stato condannato a 3 anni di squalifica e l'Atalanta a 6 punti di penalizzazione senza che ci fosse uno, dicasi uno straccio di prova che dimostrasse il coinvolgimento del giocatore.
L'unica colpa del capitano dell'Atalanta, secondo l'accusa, è avere conosciuto Erodiani, Parlato e Gervasoni, tre dei protagonisti della vicenda. Si legge testualmente nelle motivazioni: "E' vero che ha escluso la sua partecipazione alla combine, ma aveva rapporti di consolidata conoscenza". E, per completare il capolavoro investigativo, fa fede la parola di Paoloni, "sicuro del coinvolgimento di Doni in Atalanta-Piacenza".
Capito? Fra il Paoloni, squalificato per 5 anni dalla Figc e Doni, vale più la parola di Paoloni perchè l'ex portiere della Cremonese è "sicuro" del coinvolgimento di Doni in Atalanta-Piacenza".
Presidente Abete, e questa sarebbe la sua giustizia? La giustizia della Federazione Italiana Giuoco Calcio amministrata senza un riscontro, senza un fatto, una telefonata, un episodio che legittimi le condanne inflitte a Doni e all'Atalanta grazie al mostro giuridico della responsabilità oggettiva? E queste sarebbero ragioni fondate per fare a pezzi la reputazione e l'onorabilità del capitano nerazzurro, il miglior marcatore di sempre nella storia del club? Per danneggiare una società e una squadra che in 104 anni di storia contano 51 campionato di serie A?
Per la proprietà transitiva, dobbiamo dedurre che siccome Doni ha negato ogni partecipazione alla combine, ma conosceva alcuni scommettitori e Doni è il capitano dell'Atalanta, l'Atalanta si è presa 6 punti di penalizzazione perchè Doni conosceva alcuni scommettitori. E tutto questo, senza che nè Palazzi nè altri siano riusciti a dimostrare la veridicità delle accuse.
Presidente Abete, ma lo sa o fa finta di non sapere che senza questa autentica nefandezza, oggi l'Atalanta sarebbe terza in classifica con 10 punti, a pari merito con Napoli, Palermo e Cagliari e con un solo punto in meno rispetto al tandem di testa formato da Juve e Udinese? Lo sa o no?
Ancora: nelle motivazioni della Corte Federale si esprimono giudizi molto duri sulla partita Atalanta-Piacenza in cui si parla di illeciti, non solo di Doni, ma di “altri tesserati della società orobica” e di “contorni nel loro complesso francamente inquietanti, alieni da ogni corretto principio sportivo ed in grado di minare la credibilità del fenomeno sportivo calcio, con modalità dunque che non possono non riverberare ai danni della società calcistica coinvolta”. Chi sono gli altri tesserati della società orobica? E perchè i giudici non parlano in italiano? Che cosa vogliono dire quando parlano di "contorni francamente inquietanti" e bla bla bla"? Le prove: dove caspita sono le prove? Scrivono di nuovo i giudici: “Il nominativo del giocatore Doni ricorre frequentemente nelle indagini effettuate dalla Procura Federale,[http://null/immagini_articoli/200908/cristianodoni.jpg] ed in particolare con riguardo alle sue abituali frequentazioni con soggetti coinvolti nel presente giudizio”. E allora? Da quando in qua un'abituale frequentazione significa taroccare una partita? “Le indagini della Procura federale riportano senza incertezze e senza possibilità di equivoci, collegamenti del Doni con Erodiani, Parlato e Gervasoni (Parlato fu lo scommettitore, ex tesserato Federcalcio, che parlò di soldi in arrivo da Bergamo al casello autostradale di Parma in merito ad Atalanta-Piacenza, nel marzo 2011). E l’oggetto dell’intesa – proseguono i giudici – è facilmente individuabile, dalle intercettazioni telefoniche, nella partita ricordata. Ed ancora, non può seriamente escludersi l’interessamento del Doni in tale intesa...". Non può seriamente escludersi l'interessamento del Doni? Chi lo dice? Chi lo dimostra? Chi lo conferma?
Di nuovo: "E’ ben vero che il Doni in sede di interrogatorio ha escluso qualsivoglia partecipazione alla "combine", ma nel riferire i fatti ha pur sempre confermato la conoscenza dei soggetti più volte menzionati pur escludendo qualsiasi suo intervento nell’illecito concordamento. In definitiva, il convincimento che deriva dalla relazione della Procura Federale risulta non superabile”.Siccome Doni conosceva da tempo certi soggetti (in un passaggio precedente la Corte cita anche Santoni), non poteva non essere coinvolto nella combine.
E' come dire che se uno afferma di avere sentito parlare di bin Laden, automaticamente è un kamikaze di Al Qaeda.
Andiamo avanti: "... Basterà ricordare che nei loro colloqui (Buffone, Erodiani) fanno esplicito riferimento alla partita Atalanta/Piacenza confermando l'intesa sul risultato concordato. E Gianfranco Parlato è il componente che funge da "corriere" del danaro realizzato per l'aggiustamento delle gare. E che la partita in considerazione fosse combinata è confermato in sede delle audizioni dell'11 luglio 2011, ove si ribadisce (da parte di Marco Paolini (Paoloni, ndr) con riferimento a Doni) che "sono sicuro del suo coinvolgimento nella partita Atalanta/Piacenza".
Capito? Doni non parla con nessuno, sono Buffone ed Erodiani a dissertare di Atalanta-Piacenza, "Paolini" ( ci hanno messo 1 mese e 17 giorni per sbagliare pure il cognome) è sicuro del coivolgimento di Doni e Doni deve essere condannato.
Questo è un aborto giuridico che speriamo il Tribunale Nazionale dell'Arbitrato Sportivo spazzi via.
La lettura delle motivazioni della Corte Federale è altamente istruttiva, anche per quanto riguarda Manfredini, inverecondamente condannato in primo grado a tre anni di squalifica e precipitosamente assolto in appello perchè totalmente estraneo.
http://www.bergamonews.it/documenti/file/motivazioniSentenzaDoni.pdf
“Non si può condividere l’apprezzamento[http://null/immagini_articoli/201109/_LOM9897_16128.jpg] della Commissione Disciplinare. L’episodio accaduto in coincidenza con la partita Ascoli/Atalanta del 12 marzo 2011 e del quale si sarebbe reso protagonista il Manfredini non sembra tale da configurare, con sufficiente grado di certezza, un illecito. In primo luogo non va sottovalutato che in sede istruttoria non è stato acquisito alcun valido elemento che direttamente coinvolgeva il Manfredini; costui infatti è stato chiamato in causa indirettamente solo attraverso una intercettazione di un colloquio telefonico tra Micolucci e Pirani; costoro facevano riferimento a Manfredini, ma riportando un fatto (afferente al Manfredini) non idoneo di per sé a costituire illecito. In secondo luogo il Micolucci sia in sede di istruttoria penale che dinanzi la Procura Federale ha ribadito soltanto che il Manfredini avrebbe manifestato in sede di pre-partita la convenienza di un pareggio tra le squadre in campo”.
Ma che bravi. Possibile che già in primo piano, la Disciplinare non potesse accorgersi di quanto verificato dai colleghi della Corte Federale e cioè che il difensore dell'Atalanta era to-tal-men-te estraneo a ogni addebito? Possibile che potesse valere di più la parola di un pentito il quale, collaborando, l'ha sfangata rimediando soltanto un anno e mezzo di squalifica rispetto alla parola di Manfredini, professionista e galantuomo? ? E adesso, Abete, chi ripaga Manfredini?
Coraggio, Abete: ci dica almeno una cosa: quando si dimette?